
Quattro giorni a parità di salario, la nuova sfida globale
Il mondo del lavoro si sta aggiornando e molti Paesi, dall’Islanda al Giappone, stanno sperimentando nuovi ritmi che prevedono una settimana lavorativa da quattro giorni a parità di salario.
L’esperimento più riuscito per il momento è quello dell’Islanda: tra il 2015 e il 2019 ha ridotto l’orario di lavoro da 40 a 36-35 ore, a retribuzione invariata. Secondo uno studio condotto dal think thank inglese Autonomy, la produttività è rimasta la stessa e in alcuni casi è aumentata. Qual è la formula magica? Taglio dei compiti inutili, riunioni più brevi e assunzione di nuove persone. Tra il 2019 e il 2021 sono stati stipulati nuovi contratti di questo tipo per l’86% dei lavoratori.
Anche il Belgio ha formulato la sua proposta: il Governo di De Croo sta lavorando a una settimana lavorativa da quattro giorno a stipendio invariato ma con un orario più corposo, che non convince i sindacati (leggi qui).
In Spagna la prima azienda a tentare l’avventura è stata Desigual: la settimana lavorativa va dal lunedì al giovedì e si può usare anche lo smart working. Ciò nonostante ci sarà una riduzione del salario del 6,5% circa (ne abbiamo parlato qui).
E in Italia? Secondo l’Ocse nel nostro Paese si lavora molto di più che nel resto d’Europa e non si è pronti a introdurre una settimana lavorativa corta. Non ci sono progetti allo studio.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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