
La risalita è più forte delle attese. E sul clima: “transizione energetica 650 miliardi in 10 anni”
Il centro studi di Confindustria ha dichiarato che la risalita economica è più forte di quanto ci si aspettava, perciò gli esperti stimano che il Pil potrebbe arrivare al +6,1% nel 2021, seguito da un ulteriore +41% nel 2022. «Questa robusta ripartenza del Pil, pari a oltre +10% nel biennio, dopo il quasi -9% del 2020, riporterebbe la nostra economia sopra i livelli pre-crisi nella prima metà del 2022, in anticipo rispetto alle attese iniziali», fanno sapere gli economisti di via dell’Astronomia.
Buone notizie anche sul fronte export: «le esportazioni italiane risaliranno del 12,4% nel 2021 e di un ulteriore 7,7% nel 2022», secondo il Centro studi.
Il leader di Confindustria Carlo Bonomi, intervenuto al convegno di presentazione del rapporto ‘Quale economia italiana in uscita dalla crisi?’ messo a punto dal Centro studi, ha invocato una manovra di bilancio che «accompagni il Paese verso l’uscita dalla crisi economico-sociale legata alla pandemia, attraverso una progressiva uscita dalle misure emergenziali».
Secondo Bonomi, questa manovra dovrebbe prevedere: «risorse per sostenere la transizione energetica ed ambientale e per attuare le riforme strutturali che rappresentano la chiave per irrobustire in modo duraturo il potenziale di crescita del paese e che, nello spirito del messaggio lanciato dal Presidente del Consiglio Draghi all’assemblea degli industriali, non preveda nuove tasse».
«La guardia va quindi tenuta alta sia per garantire che il rimbalzo in atto sia ampio a sufficienza per colmare il divario causato dalla recessione 2020, sia per fare in modo che il tasso di crescita del Pil italiano dal 2022 in avanti sia solido e duraturo – ha spiegato Bonomi – è questa la vera sfida per l’Italia, una sfida che implica rompere con il passato».
Bonomi ha parlato anche di clima, sottolineando che i costi della transizione energetica per l’Italia potrebbero superare i 650 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. «Per quanto importanti siano i fondi che il Piano dedica alla transizione energetica – ha spiegato – sono solo il 6% del totale necessario; quasi il 94% lo devono investire le imprese, ma se al contempo devono fronteggiare gli spiazzamenti tecnologici tutto diventa difficile».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: