
Occhi puntati sugli Usa per l’uscita della produzione industriale di settembre e per l’indice di fiducia dei costruttori
Avvio in calo per le Borse europee. Ni primi minuti di contrattazione Il Dax cede lo 0,41%, il Cac40 lo 0,52%, il Ftse100 lo 0,19%. Anche Piazza Affari arranca. L’indice Ftse Mib cede lo 0,59% a quota 26.332 punti.
A Milano oggi tiene banco lo stacco cedola per Intesa Sanpaolo (0,0996 euro per azione), così come quelli di Assicurazioni Generali, Banca Ifis, Banca Mediolanum, Marr e Unipol. Intesa Sanpaolo paga proprio lo stacco cedola e segna -2,3% circa ritracciando dai massimi dal 2018 a cui aveva chiuso venerdì. Peggio fanno Banca Mediolanum (-6%) e Unipol (-4,1%) sempre per effetto cedola. Tra i segni più spicca invece ENI (+0,6%).
Gli investitori si concentrano sulla raffica di dati in arrivo dalla Cina, in particolare sul prodotto interno lordo (guarda qui e qui).
Dopo che Wall Street ha registrato una forte performance venerdì (l’S&P 500 è salito dello 0,75%, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,50% e il Dow Jones è balzato dell’1,10%) sulla scia del rialzo inatteso delle vendite al dettaglio statunitensi (+0,70% per settembre, ben al di sopra dello 0,20% previsto), i rendimenti statunitensi si sono rafforzati su tutta la curva (al momento il T-Bond rende l’1,605%, +0,029). Stamani i futures statunitensi sono tranquilli in Asia, mentre le borse del Far East scontano il rialzo inferiore alle previsioni della crescita economica di Pechino: il Nikkei segna -0,24%, Shanghai fa -0,5% e Hong Kong -0,54%, mentre per la prima volta è intervenuta la Banca popolare cinese sul caso Evergrande rassicurando i mercati che la crisi del colosso immobiliare cinese non si diffonderà il resto del mercato immobiliare perché i debiti del gruppo verso le istituzioni finanziarie sono limitati.
Nel valutario, l’euro/dollaro è sceso sotto 1,15 a 1,158 (-0,15%), il dollaro/yen a 114,29, +0,06% e il cross tra sterlina e dollaro è a 1,373, -0,17%. Il Bitcoin si avvicina al suo massimo storico di 64.895 dollari toccati lo scorso aprile.
Intanto la domanda di energia rimane robusta rispetto all’offerta, come dimostra il fatto che durante la notte i mercati asiatici abbiano continuato a spingere al rialzo i prezzi del petrolio saliti anche sulla scia del rally del carbone: il Wti sale dell’1,45% a 83,47 dollari al barile, il Brent fa +1,04% a 85,77 dollari. L’oro tratta a 1.768 dollari l’oncia, in rialzo marginale dello 0,02%, ma è reduce dalla migliore settimana di maggio (+2%).
Nel pomeriggio occhi puntati sugli Usa per l’uscita della produzione industriale di settembre e per l’indice di fiducia dei costruttori.
di: Maria Lucia PANUCCI
Ti potrebbe interessare anche: