
Sul tavolo anche nuovi meccanismi per l’uscita anticipata per le pensioni. Il Governo accelera sul Documento programmatico di bilancio, atteso da Bruxelles dal 15 ottobre
Una manovra da 25 miliardi. Il Governo sta lavorando proprio a questo, sta accelerando sul Documento programmatico di bilancio (Dpb), che era atteso da Bruxelles fin dal 15 ottobre scorso. L’approvazione del documento, secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, è prevista per oggi. In mattinata dovrebbe, infatti, svolgersi la cabina di regia presieduta da Mario Draghi in vista del Consiglio dei ministri del pomeriggio volto a dare il via libera al Dpb.
La manovra tocca i nervi scoperti di tutti i partiti: una stretta anti-furbetti sul reddito di cittadinanza, nuovi meccanismi per l’uscita anticipata per le pensioni e una prima riduzione delle tasse (che potrebbe concentrarsi solo sull’Irpef, con una forchetta tra 6 e 10 miliardi, senza arrivare a cancellare l’Irap).
Tra i temi al centro del dibattito politico vi è un ridimensionamento del reddito di cittadinanza che si punta a rivedere per limitarne gli abusi. In particolare il Governo prevede nuovi paletti per l’accesso alla misura e un suo rafforzamento per quanto riguarda le politiche attive per il lavoro con, di conseguenza, una riduzione dei beneficiari.
Sul fronte del lavoro figura la riforma degli ammortizzatori sociali. A questo sta lavorando il ministro Andrea Orlando e i costi previsti dell’operazione, se si include la Cig per le microimprese, potrebbero arrivare ai 6 miliardi di euro. Orlando ha chiesto 8 miliardi ma la dote messa a disposizione dal Tesoro al momento non supera i tre-quattro miliardi.
Sul tavolo anche l’ipotesi di cancellare il Cuaf, il contributo che pagano i datori di lavoro per gli assegni familiari, in vista dell’entrata al regime dell’assegno unico. Sarebbe invece esclusa, almeno per il momento, l’abolizione dell’Irap. L’Iva è attualmente al 22%, ma potrebbe scendere al 4%, come già accade soltanto per i prodotti biodegradabili.
Fra i nodi principali svetta la questione pensioni con il superamento di Quota 100 che scade a fino anno e deve essere sostituita da misure che garantiscono una gradualità dell’innalzamento dell’età pensionabile con un canale di uscita a 62-63 anni.
Centrale, infine, il taglio del cuneo fiscale. Ad oggi rumor ritengono, tuttavia, più probabile che il Governo opti per un intervento sull’Irpef con un’eventuale sua abolizione che per un taglio del cuneo contributivo.
Allo studio anche il potenziamento della Naspi, l’estensione del contratto di espansione, e il rifinanziamento del Superbonus al 2023.
Il lavoro è frenetico: tutti i Paesi dell’Eurozona, tranne l’Italia, hanno già inviato il loro Dpb alla Commissione europea, indicando l’ossatura della legge di Bilancio che intendono adottare. La scadenza del 15 ottobre è flessibile ma il tempo scorre e il premier Mario Draghi non vuole presentarsi al Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre prossimi senza avere approntato il Draft della Manovra.
Per la legge di Bilancio vera e propria, come di consueto, ci dovrebbe volere più tempo anche perché le norme cambieranno fino all’ultimo, a seconda delle intese politiche raggiunte.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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