
Mancherebbero ancora i dati necessari alle verifiche sull’efficacia. L’Italia però chiede un riconoscimento dell’antidoto russo all’Ue per fornire il green pass alle categorie di lavoratori a cui è stato somministrato
Sputnik non verrà approvato in Ue fino al 2022. Lo riferisce una fonte a Reuters, spiegando che mancherebbero ancora i dati necessari alle verifiche sull’efficacia. «Una decisione entro il 2021 è ora assolutamente impossibile. Se i dati richiesti dovessero arrivare entro la fine di novembre, e solo in questa circostanza, si potrebbe arrivare a un parere entro i primi tre mesi del prossimo anno», ha spiegato la fonte che ha chiesto di restare anonima per via della sensibilità della questione.
Si tratta di una battuta d’arresto importante per l’antidoto di Mosca: la decisione dell’Ema era infatti inizialmente attesa per maggio o giugno, dopo che i risultati che della fase tre di trial, pubblicati a febbraio sulla rivista scientifica The Lancet, avevano mostrato un’efficacia prossima al 92%.
Intanto però, secondo quanto riporta oggi La Stampa, il ministro della Salute, Roberto Speranza, avrebbe avviato un dialogo con la Commissione Ue per far approvare un documento che “preveda il mutuo riconoscimento di vaccini non comunitari ai fini della libera circolazione delle persone“. Il siero non è, infatti, valido per il rilascio del green pass, e questo crea non pochi problemi per molte categorie, soprattutto colf, badanti, muratori, braccianti e autotrasportatori che lavorano nel nostro Paee.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/OXFORD UNIVERSITY / JOHN CAIRNS
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