E’ andata in fumo la trattativa per rilevare il 51% della controllata Property Services, cosa che avrebbe portato oltre cinque miliardi di dollari di liquidità nel colosso del mattone
Si fa sempre più nera la crisi di Evergrande che non è riuscita a chiudere la trattativa con Hopson Development per cedere il 51% della sua controllata Property Services. Il colosso immobiliare cinese ha visto quindi svanire la possibilità di vedersi iniettare 5,14 miliardi di dollari, una boccata d’ossigeno dato che è appesantito da 305 miliardi di dollari di debito.
A dare l’annuncio è stato Hopson che ieri, a mercati chiusi, ha spiegato che i negoziati per l’acquisto di una quota del 50,1% in Evergrande Property Services non sono andati a buon fine. Notizia poi confermata anche da Evergrande. Le trattative erano iniziate all’inizio di ottobre e avevano portato alla sospensione temporanea del titolo di Evergrande dalla Borsa di Hong Kong.
In una comunicazione alla Borsa il colosso cinese ha affermato che la società aveva motivo di credere che Hopson non avesse soddisfatto il “prerequisito per fare un’offerta generale” per la sua unità, senza però fornire ulteriori dettagli. Il super-indebitato colosso cinese ha inoltre sottolineato che continuerà ad attuare misure “per alleviare i problemi di liquidità” e farà del suo meglio per negoziare il rinnovo o l’estensione dei suoi prestiti con i creditori.
Ed è una magra consolazione il fatto che abbia ottenuto un’estensione di oltre tre mesi sulla scadenza di un bond da 260 milioni di dollari emesso dalla joint venture Jumbo Fortune Enterprise, dopo aver concordato di aggiungere un pagamento extra come garanzia.
Il giorno della verità si fa sempre più vicino: se non rimborserà i creditori entro il 23 ottobre rischia di incassare un giudizio di default da parte delle agenzie di rating.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: REUTERS/Tyrone Siu/File Photo
Ti potrebbe interessare anche: