
Dalla Cina domanda in crescita del 17%. Citigroup prevede che, se l’inverno sarà piuttosto freddo, le scorte di gas in Europa verranno azzerate
Continua a preoccupare la carenza di gas naturale, con i prezzi che stanno viaggiando alle stelle. E a preoccupare adesso è l’avvertimento della Russia ed in particolare del vice primo ministro, Alexander Novak che ieri, durante un incontro tra il presidente Vladimir Putin e i membri del Governo, ha avvisato che la situazione è grave e che Mosca non si aspetta di vedere un miglioramento dell’equilibrio tra domanda e offerta nel mercato europeo della materia prima a breve termine. «La situazione è preoccupante – ha spiegato. – Finora purtroppo, non vediamo che l’equilibrio tra domanda e offerta in Europa si riequilibrerà nel prossimo futuro. Naturalmente tutto ciò è preoccupante, soprattutto nelle industrie che interessano la produzione di beni di prima necessità e cibo».
La Russia prevede un aumento significativo della domanda di gas nei Paesi della regione Asia-Pacifico nel 2021, in particolare in Cina (+17%), in Corea del Sud (+18%). In generale nei Paesi dell’Asia-Pacifico la domanda di gas dovrebbe crescere del 7-8%.
La crisi energetica nell’Unione europea sta causando una carenza di elettricità nell’industria. «Anche le imprese metallurgiche, che utilizzano in gran parte l’elettricità nella produzione, stanno sospendendo le loro attività – ha continuato Novak. – Per esempio un grande produttore di zinco del Belgio ha tagliato la produzione del 50% nei suoi tre stabilimenti nei Paesi Bassi e in Francia».
Ed Morse, capo della ricerca sulle materie prime di Citigroup, ha detto, nel corso di un’intervista a Bloomberg Tv, che l’Europa potrebbe rimanere senza gas naturale e vedere i prezzi salire da livelli già senza precedenti se l’inverno si rivelasse “veramente freddo“. «L’Europa potrebbe avere difficoltà a ricostituire le scorte anche se l’inverno è caldo, perché le navi sono scarse e anche il principale fornitore, la Russia, ha scorte scarse», ha aggiunto.
La crisi dell’industria europea del gas è scoppiata questo autunno, quando i prezzi spot hanno iniziato a correre, dovuti in parte all’uscita dei Paesi dai lockdown, in parte al fatto che nel frattempo la Cina sta facendo incetta di materia prima nel mondo per poter usare il gas in sostituzione al carbone e inquinare meno. Per non parlare del fatto che la Russia sta erogando meno gas all’Europa dal momento che l’Ue non sta dando seguito al progetto Nord Stream 2 (guarda qui).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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