La società contesta nel dettaglio ogni violazione riscontrata dall’Agcom
La U-Earth Biotech non ci sta e contesta la decisione dell’Agcm di sanzionarla per pratica commerciale scorretta e ingannevole nelle attività di promozione e vendita delle U-Mask (ne abbiamo parlato qui). La società si dice certa della correttezza del proprio operato e di aver agito in conformità alle norme, per questo ha annunciato il ricorso al Tar del Lazio per annullare il provvedimento.
L’azienda ha contestato, punto per punto, tutte le violazioni riscontrate dall’Agcm nel procedimento istruttorio. La U-Earth ha dichiarato di non aver “mai commercializzato mascherine dannose per la salute né ha mai ingannato, né inteso ingannare i consumatori“. Quanto all’indebita comparazione della U-Mask con le mascherine di tipo Ffp2 e Ffp3, ha evidenziato di aver “sempre espressamente chiarito come la mascherina fosse registrata come semplice Dispositivo Medico di Classe 1 e non come dispositivo di protezione individuale (Dpi)“. La società ha solamente voluto precisare “la migliore efficacia della U-Mask rispetto alle normali mascherine chirurgiche, ad esempio, le capacità di filtrazione e anti-proliferazione assenti nei Dpi usa e getta“.
Inoltre la U-Eart precisa che tutte le qualità protettive della mascherina sono state “oggetto di molteplici e comprovati test da laboratori e soggetti certificatori terzi“. Nello specifico la contestata efficacia protettiva fino a 200 ore della U-Mask è stata certificata dal Microbe Investigations Ag di Zurigo, specializzato in analisi su materiali antivirali. In merito, infine, all’asserita inesistente approvazione da parte del ministero della Salute, la U-Earth riferisce che “la U-Mask è stata sempre regolarmente registrata”.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: