
Nella bozza sono previste 42 norme. Si parla di ecobonus all’80% e contributi per gli alberghi, più borse di studio ed alloggi per gli studenti universitari, misure contro il degrado delle città
Dalla formazione digitale al turismo fino alla scuola. E’ in arrivo un nuovo decreto Recovery che punta ad accelerare investimenti e riforme previste dal Pnrr. Ad annunciare il provvedimento con “ulteriori semplificazioni” per l’attuazione del Piano nazionale era stato lo stesso premier Mario Draghi. Nella notte è toccato ai tecnici un vaglio del testo, piuttosto corposo, e alcune delle 42 norme contenute nella bozza sarebbero ancora in bilico: dubbi in particolare vi sarebbero, secondo quanto si apprende, su alcune misure legate alle assunzioni.
Dovrebbe arrivare l’annunciato ecobonus all’80% e un contributo a fondo perduto fino a 100 mila euro per la ristrutturazione degli alberghi (dall’efficienza energetica all’eliminazione delle barriere architettoniche, alle piscine termali). Ma anche un contributo diretto del 35% per i lavori tra i 500 mila euro e i 10 milioni.
Arriva l’attuazione anche di alcune riforme del pacchetto scuola-università, a partire dall’ampliamento delle borse di studio per gli studenti e dall’aumento degli alloggi a disposizione per chi si voglia spostare per fare l’università. A questo proposito, per ampliare l’offerta degli alloggi per gli studenti universitari, si legge nella bozza, “sono promosse prioritariamente la ristrutturazione, la trasformazione, anche attraverso interventi di demolizione e ricostruzione, e l’acquisto di strutture ed immobili esistenti con la finalità di perseguire elevati standard ambientali nella costruzione e nella gestione degli interventi“.
Due miliardi e mezzo dovrebbero essere destinati a combattere il degrado delle città dal 2022 al 2026. L’obiettivo è quello di ridurre “l’emarginazione e le situazioni di degrado sociale, promuovere la rigenerazione urbana attraverso il recupero, la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile delle strutture edilizie e delle aree pubbliche, nonché sostenere progetti legati alle smart cities“.
Il documento prevede l’istituzione, in via sperimentale fino al 2026, del fondo per la Repubblica digitale. Alimentato dai versamenti effettuati da una serie di fondazioni che potranno a loro volta usufruire del credito di imposta, pari al 65% nel 2022 e nel 2023 e al 75% gli altri anni, ha l’obiettivo di sostenere i progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale, in linea con le richieste Ue. Le risorse sono pari a 4,27 milioni di euro per l’anno 2022, 70 milioni per il 2023, altrettanti per il 2024 e il 2025, e 35 per il 2026.
Previsto infine un pacchetto di norme per garantire gli investimenti rafforzando allo stesso tempo il sistema di prevenzione antimafia.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Ti potrebbe interessare anche: