
Ora bisogna focalizzarsi sulle sfide future: digitalizzazione e cambiamenti climatici
«La vigilanza europea ha fatto sì che, a differenza dell’ultima crisi, le banche agissero da ammortizzatori, piuttosto che da amplificatori della crisi economica. Ora che la ripresa è in corso, la vigilanza sta monitorando il profilo di rischio delle banche, ma per prosperare nel mondo post-pandemia, le banche devono anche abbracciare i cambiamenti che la pandemia ha innescato ed affrontare le grandi sfide della digitalizzazione e dei cambiamenti climatici». A parlare così è stata la presidente della BCE Christine Lagarde nel suo discorso al 4° Forum della Supervisione bancaria dove ha parlato della crisi pandemica, dei risultati raggiunti dalla supervisione bancaria e delle sfide future del settore.
La vigilanza bancaria europea si è rivelata preziosa per la risposta alla crisi pandemica in tre modi. Innanzitutto, ha assicurato la resilienza del sistema bancario ancor prima dello scoppio della crisi, facendo salire i coefficienti patrimoniali core da circa il 12% a oltre il 15% e riducendo le sofferenze di circa il 50%. In secondo luogo la vigilanza europea ha sfruttato le solide posizioni finanziarie delle banche per sbloccare i prestiti in tutta l’unione bancaria di quasi 250 miliardi, fra marzo e maggio 2020, quando l’economia ne aveva urgente bisogno, sospendendo il pagamento dei dividendi per garantire che il capitale non defluisse dal settore bancario, ma fosse invece utilizzato per sostenere l’economia e assorbire le perdite. Il terzo modo in cui la vigilanza europea ha avuto successo è stato garantire la coerenza di queste misure in tutto il settore bancario. «Attraverso queste azioni la vigilanza europea è stata decisiva per scongiurare un esito molto peggiore per l’economia – ha affermato la presidente. – Le riforme seguite alla crisi finanziaria stanno funzionando come previsto, combinando resilienza e flessibilità. Ora dobbiamo prepararci per le sfide post-crisi: affrontare le sfide della trasformazione digitale e dei cambiamenti climatici che hanno inevitabilmente un impatto sulle banche».
La numero uno della BCE ha spiegato difatti che focalizzarsi sulla digitalizzazione “potrebbe consentire alle banche di raggiungere i clienti senza avere una fitta rete di filiali“, in modo da “generare rendimenti più elevati e contribuire a migliorare l’efficienza dei costi“.
Anche i rischi legati ai cambiamenti climatici richiedono alle banche di adattare il modo in cui operano, poiché le possibilità di default dei portafogli “più vulnerabili” potrebbero aumentare del 30% in uno scenario in cui il cambiamento climatico non venisse affrontato.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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