
A causa della carenza di chip e delle materie prime più care Brembo ha peggiorato la stima sul margine ebitda 2021, visto ora tra il 18% e il 19%, mentre a luglio era atteso al 19,5%
Deludono i conti trimestrali per Brembo, azienda italiana leader del settore nello sviluppo e nella produzione di impianti frenanti per veicoli. Se i ricavi netti consolidati sono migliorati più delle attese dell’11,9% a 681 milioni contro i 608,8 milioni dell’analogo periodo nel 2020, l’Ebitda e l’Ebit sono scesi rispettivamente del 10% a 111,4 milioni e del 18,9% a 58,3 milioni. Cali a doppia cifra anche per l’utile netto che è scivolato del 19,4%, attestandosi a 41,7 milioni.
Il terzo trimestre ha risentito dell’impatto negativo dell’inflazione delle materie prime e della carenza dei semiconduttori, destinati a durare almeno per il resto dell’anno, tanto che Brembo ha peggiorato la stima sul margine ebitda 2021, visto ora tra il 18% e il 19%, mentre a luglio era atteso al 19,5%. «I risultati del terzo trimestre 2021 mostrano come l’azienda abbia saputo generare ricavi in crescita rispetto allo stesso periodo non solo dell’anno scorso, ma soprattutto del 2019, facendo meglio del mercato di riferimento. I fondamentali del Gruppo si confermano solidi, grazie al contributo di tutti i segmenti di business in cui operiamo – commenta il presidente del gruppo Alberto Bombassei. – Tuttavia, dopo una robusta prima metà dell’anno, sui conti del trimestre si registra il forte impatto negativo dell’inflazione delle materie prime e della carenza dei semiconduttori, fattori esogeni destinati a pesare sull’industria automotive almeno per tutto il resto del 2021, seppure la domanda di veicoli rimanga alta».
Guardano al bilancio dei primi 9 mesi i ricavi netti consolidati sono risultati pari a 2.041,8 milioni di euro, in crescita del 30,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tutti i segmenti in cui il gruppo opera hanno registrato un andamento positivo: il settore auto è cresciuto del 26,3%, le applicazioni per motocicli del 64%, quelle per veicoli commerciali del 35,3% rispetto all’analogo periodo del 2020.
A livello geografico le vendite sono aumentate un po’ ovunque: in Italia del 39,4%, in Germania del 29,9%, in Francia del 18,7% e nel Regno Unito del 31,6%. Crescita più importante in India (+43,9%), mentre in Cina si registra un +32,5% e in Giappone +27,5%. Non sono stati da meno il mercato nordamericano (Stati Uniti, Messico e Canada) con un +27,1% e quello sudamericano (Brasile e Argentina) con un +32,4% .
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/PAOLO MAGNI
Ti potrebbe interessare anche: