
Il graduale rientro in ufficio non manderà in declino il lavoro agile che invece risulta essere il preferito dalle aziende italiane
L’avanzamento della campagna vaccinale ha favorito gradualmente il rientro in ufficio e il numero degli smart worker è diminuito dai 5,37 milioni a marzo 2021 ai 4,07 milioni a settembre.
Questo non significa un declino del lavoro da remoto, infatti al termine della pandemia si prevede che saranno 2,03 milioni di lavoratori delle grandi imprese, 700 mila delle piccole medio imprese, 970 mila delle microimprese e 680 mila nella pubblica amministrazione che continueranno con il lavoro agile.
«Il vero smart working non è una misura emergenziale, ma uno strumento di modernizzazione, pertanto il futuro del lavoro si costruisce ripensando processi e sistemi manageriali all’insegna della flessibilità e della meritocrazia, proponendo ai lavoratori una maggiore autonomia e responsabilizzazione sui risultati», spiega Mario Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.
I lavoratori agili saranno l’89% all’interno delle grandi aziende e il 35% nelle piccole e medie imprese con una sorta di formula ibrida che alternerà periodi in smart e periodi in presenza.
La maggior parte delle grandi aziende stanno ridisegnando i loro piani e le loro strategie proprio in base a questa esigenza per trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata. Infatti, come riporta l’Osservatorio Smart Working, nell’89% dei casi l’efficienza del lavoratore è migliorata, a differenza del settore della pubblica amministrazione dove si è registrato solo un 30% di casi di maggior efficienza.
Solo un lavoratore su quattro ha riportato casi di tecnostress, ossia disagi psicologici e comportamentali con effetti negativi nel peggioramento dell’efficienza a causa dell’overworking, la tendenza a trascurare momenti di riposo a favore del lavoro.
Per l’Osservatorio milanese la possibilità di lavorare più giorni a settimana da casa porterà a significativi risparmi di tempo e risorse per gli spostamenti con una conseguente diminuzione annuale delle emissioni dei mezzi che sarebbe di circa 1,8 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, pari all’anidride carbonica che potrebbero assorbire 51 milioni di alberi.
Un lavoratore felice è un lavoratore efficiente e l’Italia si sta incanalando sempre di più, in linea con tutti i grandi Paesi del mondo, nella strada che porta verso la nuova frontiera del lavoro.
di: Filippo FOLLIERO
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: