
Nei primi 6 mesi del 2021 l’Inps ha accertato 25 mila irregolarità
Le attività di verifica sullo stato di malattia del lavoratore dipendente hanno rilevato, negli primi 6 mesi del 2021, una irregolarità su 10. Sono questi i risultati del dossier elaborato dal Centro Studi Enti Locali (Csel) per Adnkronos. L’indagine ha preso in esame i dati rilasciati da Inps e Mise riguardo 459.490 controlli. Di questi accertamenti 46.824 hanno rilevato che l’assenza del dipendente era ingiustificata.
Le assenze ingiustificate sono state rinvenute soprattutto nel settore pubblico: 25mila accertamenti di irregolarità, scovati anche grazie allo zelante controllo dell’Inps che ha effettuato una media di una verifica ogni 10 malattie.
Nel settore privato gli accertamenti di assenze ingiustificate sono stati 21mila, a fronte di un controllo meno puntuale rispetto al pubblico (23,2 controlli ogni 1000 casi di malattia in media).
Per quanto riguarda la distribuzione demografica delle visite fiscali, si evidenzia una preponderanza di controlli nel sud Italia (43% del totale), prevalentemente indirizzati a dipendenti donne (59% delle visite totali). Per quanto concerne invece le richieste di malattia, sia nel pubblico sia nel privato, non si rilevano particolari disparità fra nord e sud, che si attestano fra i 10 e i 12 giorni medi per beneficiario.
Altro dato significativo evidenziato dal dossier è quello relativo alle assenze per maternità e paternità. In particolare, si rileva un gap consistente fra il congedo di paternità in Italia, esteso ora ai 10 giorni, e quello vigente in altri Paesi europei. Basti pensare al modello della Germania in cui i giorni di congedo garantiti per sono 1095 per i due genitori o alla Spagna, dove ciascun genitore ah 112 giorni garantiti. Una misura che in Italia potrebbe subire delle variazioni in seguito al Family Act in discussione.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/FRANCO SILVI
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