
La Federal Networks Agency ha annunciato la sospensione temporanea del processo di approvazione per il controverso gasdotto tra Russia e Germania
La Germania ferma l’ok a Nord Stream 2. In particolare la Federal Networks Agency ha annunciato la sospensione temporanea del processo di approvazione per il controverso gasdotto che collega il Paese con la Russia attraverso il Mar Baltico, citando un ostacolo legale. La certificazione di Nord Stream 2, che è uno degli ultimi passaggi prima della sua messa in servizio, “è possibile solo se l’operatore è organizzato secondo una forma giuridica di diritto tedesco“, ha scritto l’autorità in una nota.
La decisione ha provocato una impennata dei prezzi del gas: il contratto di dicembre del TTF, utilizzato dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, ha segnato un balzo dell’11% a 88 euro/MWh subito dopo l’annuncio.
I motivi sono chiari, visto che si vanno a complicare ulteriormente le forniture dalla Russia che non hanno mostrato quegli incrementi che si sperava arrivassero, per calmierare le quotazioni, a dispetto delle ripetute rassicurazioni giunte dal Cremlino.
Mosca sembra infatti pronta a fornire più gas all’Europa, ma solo se potrà recapitarlo attraverso il Nord Stream 2. La strategia è diventata ancora più esplicita quando da un lato ha annunciato di aver riempito i tubi del nuovo gasdotto nel Mar Baltico, rendendo l’infrastruttura pronta ad un avvio immediato, e dall’altro ha continuato a snobbare le altre rotte di approvvigionamento del mercato Ue.
Nord Stream 2 è il più grande gasdotto al mondo, costruito parallelamente a un altro gasdotto, Nord Stream 1, è lungo 1230 chilometri, collega direttamente la Russia con la Germania e di conseguenza col resto dell’Unione Europea. E’ stato completato lo scorso settembre con l’ultima parte allacciata sul fondo del Mar Baltico, ma non è ancora entrato in funzione perché si attende il via libera dal governo tedesco. Il gasdotto si inabissa in Russia nei pressi di Vyborg, non lontano dal confine con la Finlandia, e passa a largo delle coste finlandesi per poi sfiorare quelle di Estonia, Lettonia, Svezia, Lituania e Polonia. Infine torna sulla terra ferma in Germania, vicino alla cittadina di Greifswald. Da qui poi si allaccia alla rete di distribuzione dell’Unione Europea.
Le preoccupazioni nascono perché molti politici e osservatori ritengono che la Russia usi le esportazioni di gas naturale come un’arma politica, per espandere la propria influenza e indebolire il blocco politico europeo. Prima della costruzione dei due gasdotti Nord Stream il gas russo passava via terra, attraverso i territori di Ucraina e Bielorussia. Ora invece, con il completamento di Nord Stream 2, il gas potrà di fatto bypassare i Paesi dell’Europa orientale dando al Cremlino la possibilità di applicare pressioni politiche specifiche interrompendo le forniture di gas ai singoli Paesi dell’est, mantenendo però il conveniente flusso di esportazioni verso l’Europa occidentale.
Ma la sospensione del processo di certificazione complica tutto.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/Trans Adriatic Pipeline
Ti potrebbe interessare anche: