
Quella al 27% scende al 25%, quella al 38% al 35%. 7 miliardi al taglio dell’Irpef, un mld all’Irap. Sparisce il bonus Renzi
Scendono da cinque a quattro le aliquote Irpef, con la cancellazione di quella al 41% e con il taglio di tre punti di quella al 38% che passa al 35%. E’ questa l’intesa politica raggiunta al tavolo sul fisco al Mef. Lo riferisce il viceministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto che ha detto: «questo è l’accordo politico, ora Franco ne deve parlare con Draghi, noi con i nostri partiti e poi dobbiamo rivederci».
L’accordo politico trovato al Mef tra le forze di maggioranza sul taglio delle tasse prevede, dunque, nello specifico che l’Irpef scenda da cinque a quattro scaglioni. La fascia di reddito fino a 15 mila resta al 23%, quella 15-28 mila va dal 27% al 25%, quella 28-50 mila va dal 38% al 35%, mentre oltre i 50 mila si passa direttamente al 43%. Sulla no tax area si valutano piccole modifiche.
Pichetto ha spiegato che la riforma dell’Irpef e il taglio dell’Irap sono entrambe “un primo passo strutturale, non solo per il 2022“. Al taglio dell’Irpef dovrebbero andare circa 7 miliardi mentre circa un miliardo dovrebbe servire all’eliminazione dell’Irap per autonomi e persone fisiche. Il bonus di Renzi da 80 euro, diventati poi 100, sparirà con la riforma dell’Irpef e sarà riassorbito nelle detrazioni.
Non è d’accordo Confindustria. «Se la bozza d’intesa tra partiti di maggioranza in materia fiscale dovesse essere confermata, saremmo in presenza di scelte che suscitano forte perplessità perché senza visione per il futuro dell’economia del nostro Paese – avverte. – Vogliamo sperare che il Mef e il Governo tutto si renda conto di quanto sta accadendo e convochi al più presto congiuntamente le parti sociali, così come più volte richiesto».
di: Maria Lucia PANUCCI
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