
Perdite per oltre 2,5 miliardi di euro, debiti cresciuti del 4% a 168 miliardi ma regge l’occupazione
La pandemia ha messo ko anche le società energetiche che nel 2020 rispetto al 2019 hanno registrato un fatturato in diminuzione di 71 miliardi di euro, circa un quarto rispetto all’anno precedente (-24,6%), perdite per oltre 2,5 miliardi di euro, mentre i debiti sono cresciuti del 4% a 168 miliardi. A restituire un quadro davvero poco roseo del settore è l’ultima edizione del Rapporto sui bilanci delle Società dell’energia 2014-2020 realizzato dal Centro Studi CoMar, secondo cui una piccola, buona notizia c’è: ha tenuto il fronte occupazionale, anzi con un minimo incremento (+0,2%).
Il Rapporto prende in considerazione le imprese, di diritto Italiano, che producono, distribuiscono e vendono sia elettricità e gas, che petroli e carburanti. Ebbene, entrando nel merito gli utili, che nel 2019 erano stati di 6,9 miliardi di euro, rappresentando il 2,4% del fatturato, sono diventate perdite per 2,5 miliardi nel 2020; il margine operativo netto è stato di 16 miliardi di euro, in diminuzione del 38,7% sui 26,1 miliardi del 2019; il rapporto tra margine operativo netto e fatturato ha registrato un calo del 7,3% per il 2020 dal 9% e più del 2018 e 2019; i debiti finanziari, sempre tra il 2019 e il 2020, si sono incrementati del 4%; il rapporto tra debiti finanziari e fatturato è balzato al 76,8% nel 2020, 20 punti in più sul 2019.
Sul fronte lavoro gli addetti delle società considerate sono stabili, intorno a 185.000, mentre il fatturato per dipendente è stato di 1.179.000 euro nel 2020, in significativo calo rispetto ai 1.568.000 del 2019.
Al 31 dicembre 2020 le società dell’energia quotate erano 18 e la loro capitalizzazione su Borsa Italiana ammontava a 170 miliardi di euro, il 28,3% della capitalizzazione totale. Il titolo Enel è risultato il maggiore in assoluto.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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