Il fenomeno è strettamente connesso all’esplosione dello smart working e già molto diffuso anche in Italia
Nel corposo dibattito sullo smart working si parla sempre più di un fenomeno ribattezzato Great Resignation: un aumento generalizzato delle dimissioni volontarie da una posizione di subordinazione, in favore di forme più agili e meno rigide di lavoro. Il ministero del Lavoro riporta che nel secondo trimestre del 2021 hanno rassegnato le dimissioni volontarie quasi 500mila persone: 85% in più rispetto al 2020.
Il dato interessante è che queste dimissioni non hanno lasciato i lavoratori in uno stato di inattività: parallelamente infatti crescono sempre più anche gli autonomi e le partite iva. Banca d’Italia stima che nel terzo trimestre questo dato è addirittura arrivato a quota 770mila, registrando 40mila dimissioni in più rispetto al pre-pandemia.
Nel 90% dei casi si tratta di lavori nel settore dell’industria, con tendenze più generalizzate al Nord, ma il fenomeno è evidente anche negli Stati Uniti (ne parlavamo qui, raccontando del fenomeno di Antiwork su Reddit).
La crisi sanitaria e la conseguente emergenza socio-economica hanno certamente avuto un ruolo cruciale in questo fenomeno, dimostrando a molti come siano possibili forme alternative di lavoro rispetto allo standard del cartellino da timbrare. Molti si sono abituati a riacquisire padronanza dei propri spazi privati, tornando anche a investire nella propria abitazione, e rinunciando agli spostamenti quotidiani da e verso la città.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA
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