
Soffrono i piccoli editori: la vendita di diritti li ha riguardati, nel 2020, solo per il 9% dei titoli ceduti. Cala l’import e crescono le traduzioni fai da te
Il mercato libraio italiano si fa sempre più internazionale. Nel 2020 la vendita di diritti è stata pari a 8.586 opere, +0,2% rispetto al 2019. Ma soffrono i piccoli e medi editori: in questo caso la vendita di diritti li ha riguardati lo scorso anno solo per il 9% dei titoli ceduti, ovvero 772, in calo di ben tre punti percentuali rispetto ai 1.228 del 2019. Sono i numeri presentati a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della Piccola e Meda Editoria alla Nuvola dell’Eur a Roma fino all’8 dicembre, secondo cui nel 2020 sono state vendute all’estero il 12% delle novità pubblicate.
L’Europa, con 5.914 opere acquistate, resta di gran lunga il primo mercato di sbocco, con il 69% dei titoli venduti all’estero. La Spagna ne ha acquistati 1301, seguono la Francia con 917, la Polonia con 650, la Germania con 591 e il Regno Unito con 237.
La ricerca, dal titolo Oltre Chiasso. La dimensione internazionale dell’editoria italiana, in collaborazione con il Centro per il Libro e la Lettura-Cepell e con il sostegno di Aldus Up, mostra una battuta d’arresto, invece, per l’import: sono state 9.127 le opere di autori stranieri acquistate dagli editori italiani, in calo del 6%, flessione che va comunque commisurata alla più generale riduzione dei titoli pubblicati durante l’anno.
L’Italia si conferma un Paese che traduce molto e dipende sempre meno dall’estero. Dal 1997 al 2020 le traduzioni sono cresciute del 24%. Si traduce soprattutto dall’inglese (62% di tutte le traduzioni), dal francese (16%), dal tedesco (7%) e dallo spagnolo (4%).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/DI MARCO
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