Annunciata manifestazione a Roma e altre iniziative in quattro città. Landini: “Draghi ha tentato mediazione, bloccato dai partiti”. Per Sbarra (Cisl) “è sbagliato”. Lo stupore del Governo: “la manovra è espansiva”
I sindacati si mettono di traverso al Governo sul tema lavoro, pensioni e fisco. Cgil e Uil considerano “insoddisfacente” la Manovra e hanno deciso di proclamare per giovedì 16 dicembre uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale a Roma. «Pur apprezzando lo sforzo e l’impegno del premier Draghi e del suo Esecutivo, la Manovra è stata considerata insoddisfacente da entrambe le Organizzazioni sindacali, in particolare sul fronte del fisco, delle pensioni, della scuola, delle politiche industriali e del contrasto alle delocalizzazioni, del contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne, della non autosufficienza, tanto più alla luce delle risorse, disponibili in questa fase, che avrebbero consentito una più efficace redistribuzione della ricchezza, per ridurre le diseguaglianze e per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile», si legge in una nota.
I segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri, interverranno dalla manifestazione di Roma, che si svolgerà a Piazza del Popolo. Ma ci saranno iniziative anche in altre quattro città. «Quella del Governo è una manovra socialmente ingiusta – ha affermato Landini in una intervista a La Repubblica. – Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza che pensano più alle proprie bandierine elettorali che agli interessi dell’Italia».
La Cisl boccia l’iniziativa delle “colleghe” e considera sbagliato ricorrere allo sciopero generale e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese, ancora impegnato ad affrontare una pandemia che non molla la presa. «Ci sono stati risultati che valutiamo in modo positivo e che garantiscono avanzamenti su riduzione delle tasse ai lavoratori e pensionati, risorse per gli ammortizzatori sociali e contratti di espansione, maggiori stanziamenti per la sanità, importanti risorse per non autosufficienza, pubblico impiego, assegno unico per i figli, uniti all’impegno forte assunto dal Governo di aprire al più presto un confronto con il sindacato sulle rigidità della Legge Fornero e di accelerare la riforma fiscale – ha detto il segretario Luigi Sbarra. – La manovra di oggi è molto diversa e migliore di quella di un mese fa: merito di una mobilitazione sindacale intransigente, responsabile e costruttiva, che ha puntato a riallacciare i fili dell’interlocuzione senza conflitti sterili. I risultati sono arrivati sulla via del dialogo e del confronto e su questa via la Cisl intende proseguire, in una fase decisiva per il futuro del nostro Paese, rinsaldando il dialogo sociale per ottenere nuovi avanzamenti e continuando ad esercitare pressione sul Parlamento per migliorare ulteriormente la Manovra e la politica di sviluppo su lavoro e pensioni, politiche industriali e scuola, sostegno al reddito e caro-bollette, per assicurare nuove e maggiori opportunità ai nostri giovani».
Per il Governo lo sciopero “non è comprensibile“. «È una manovra espansiva – fanno sapere fonti da Palazzo Chigi – che traghetta il Paese verso la ripresa e sostiene famiglie, lavoratori e pensionati». Ma su questo ha già risposto Landini. «Uno sciopero immotivato? È un’obiezione infondata – ribatte. – Il Governo da mesi ha ricevuto le nostre richieste unitarie su fisco, pensioni, politiche industriali e lotta alla precarietà. Le risposte non sono adeguate, la legge di Bilancio non produce quella giustizia sociale di cui il Paese ha bisogno. Abbiamo preso atto che la maggioranza non intendeva cambiare l’accordo fatto sul fisco e che aveva respinto anche la proposta del presidente del Consiglio. Dunque, ricorriamo allo sciopero perché si sono chiusi gli spazi di confronto e il sindacato deve fare tutto il possibile per portare a casa risultati a favore di chi rappresenta».
L’iniziativa, dirompente, arriva 7 anni dopo l’ultimo sciopero generale proclamato dalle stesse due sigle il 12 dicembre del 2012 contro il Jobs act firmato Matteo Renzi. Allora i segretari generali erano Susanna Camusso alla guida della Cgil e l’appena eletto Carmelo Barbagallo alla guida della Uil.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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