
Maglia rosa per Piazza Affari e le altre Borse europee
Debole il mercato americano in avvio di seduta per questo primo giugno, in un contesto in cui i segnali di ripresa dell’economia sono controbilanciati dalle tensioni tra Stati Uniti e Cina. Sulle prime rilevazioni, viaggia poco sotto la parità il Dow Jones che lima lo 0,55%; sulla stessa linea, cede alle vendite lo S&P-500 che retrocede a 3.034,98 punti. Consolida i livelli della vigilia il Nasdaq 100 (-0,19%); in lieve ribasso lo S&P 100 (-0,42%).
Proseguono i rialzi per i pricipali listini europei che a metà seduta viaggiano tutti in territorio positivo (con Francoforte chiusa per festività). A dare una mano anche i dati incoraggianti sul settore manifatturiero in Italia e in altri Paesi europei, come Spagna e Francia. Le tensioni negli Stati Uniti, dopo le proteste a causa dell’uccisione del 46enne afroamericano George Floyd da parte di un poliziotto, stanno però preoccupando gli investitori.
A Piazza Affari è scattata in avanti Mediobanca dopo la mossa dell’imprenditore Leonardo Del Vecchio che ha presentato a Bankitalia istanza per l’autorizzazione ad aumentare la partecipazione detenuta da Delfin fino al 20% (leggi qui per approfondire). Cresce anche Generali in attesa di capire se (e quali) saranno le ricadute delle tensioni sull’azionariato di Piazzetta Cuccia. In coda al Ftse Mib finisce Diasorin dopo la grande corsa delle ultime sedute. Seduta positiva anche per i titoli legati al comparto industriale, più penalizzati dal lockdonwn, come Leonardo e Cnh mentre tra gli istituti di credito del Ftse Mib si mette in luce Banco Bpm.
In questo contesto lo spread è in calo e attualmente si attesta sui 191 punti base.
Prima seduta della settimana in ribasso per il petrolio con gli investitori che prendono profitto in vista della riunione dell’Opec del 4 giugno, durante la quale si discuterà di un’estensione dei tagli della produzione oltre la fine di giugno, in riposta al crollo della domanda provocato dalla pandemia di Coronavirus. L’output dei Paesi Opec è già ai minimi in vent’anni: ad aprile l’Opec+ aveva tagliato la produzione di 9,7 milioni di barili al giorno in maggio e giugno, una decisione senza precedenti. Il Wti luglio cede lo 0,45% a 35,33 dollari al barile, mentre il Brent con scadenza agosto, alla prima seduta come contratto di riferimento, cala dello 0,40% a 37,69 dollari.
di: Maria Lucia PANUCCI