Nel 2100 l’Italia potrebbe diventare il terzo Paese più vecchio del mondo
Secondo una ricerca condotta dalla Rome Business School, nel 2100 l’Italia potrebbe diventare il terzo Paese più vecchio del mondo, complice l’aumento dell’aspettativa di vita e il caso dei tassi di fertilità, il miglioramento degli standard di vita e dell’assistenza sanitaria.
Questo potrebbe essere un punto di svolta interessante per la silver economy, ovvero il complesso di attività economiche rivolte in modo specifico a tutti coloro che hanno più di 65 anni e che smettono di lavorare.
In Italia il valore aggiunto di questo tipo di settore economico è di 43,4 miliardi di euro.
Il settore che ne beneficia maggiormente è l’abitazione, seguita da vicino dalla spesa alimentare: il consumo per prodotti alimentari e bevande analcoliche delle coppie over 65 è più alto di circa il 12% di quello delle corrispondenti tipologie familiari più giovani.
A seguire, il settore dei trasporti, la spesa per i servizi sanitari e per la salute: quest’ultima arriva a 167 miliardi in Europa, il 53% circa di tutta la spesa per la salute che in Italia rappresenta il 6/7% della spesa mensile degli over 65.
L’impatto della silver economy sarà graduale ma fondamentale anche sul settore dell’innovazione tecnologica: crescoo le richieste di mezzi di assistenza e di tutte quelle soluzioni innovative che possono contribuire all’autosufficienza, come robot, IoT, Ai, sensori avanzati, eccetera. Un business di dimensioni enormi che dovrebbe raggiungere i due miliardi entro il 2050.
In Italia la popolazione silver rappresenta il 23% del totale, circa 14 milioni di persone. Più della metà sono donne. Nel 2030 potrebbero diventare 16 milioni e nel 2050 arrivare a rappresentare il 35% del totale.
Sono cambiate anche le percezioni: secondo l’osservatorio di Poste Italiane i nuovi silver hanno modificato stile di vita e abitudini. Solo il 13-14% degli intervistati afferma che a 65 anni si sente anziano. Molti non sentono il bisogno di essere aiutati e continuano a svolgere le loro attività quotidiane in maniera indipendente. Inoltre, è da considerare che sono una generazione più benestante delle generazioni precedenti e successive: con oltre 20,3 mila euro il reddito reale equivalente delle famiglie con a capo un over 65 è superiore dell’11% rispetto al totale e del 25% rispetto alle famiglie con a capo un under 34.
Secondo le Nazioni Unite, nel 2020 è stata raggiunta la soglia di 727 milioni di persone con più di 65 anni a livello globale e si prevede che questa cifra raddoppierà, raggiungendo 1,5 miliardi di abitanti over 65 già nel 2050. Gli over 65 potrebbero arrivare a superare i bambini sotto i 15 anni entro il 2075.
A livello globale, nella zona geografica Asia-Pacifico i cittadini con oltre 50 anni costituiranno il 32% dell’intera popolazione entro il 2030. Nell’Unione europea le persone di 65 anni o più rappresenteranno il 31,3% della popolazione entro il 2100 rispetto all’attuale 20,6% e la quota di coloro con 80 anni o più aumenterà dal 5,9% al 14,6% nel 2100. L’età mediana dovrebbe aumentare di 4,9 anni, passando dai 43,9 anni registrati nel 2020 ai 48,8 anni previsti per il 2100.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA/DUMITRU DORU
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