Da rivedere la riscossione: con i canoni in media 101,7 milioni, meno del previsto
La Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sulla gestione delle concessioni demaniali marittime che appare frammentata, anche nelle responsabilità, e questo provoca un flusso non efficiente di entrate dei canoni per lo Stato: tanto è vero che tra il 2016 e il 2020 la media dei versamenti totali riguardanti le concessioni dei beni demaniali marittimi a uso turistico è stata pari a 101,7 milioni, inferiore alla media delle previsioni definitive di competenza, pari a 111 milioni di euro.
I dati sono contenuti nell’analisi Gestione delle entrate derivanti dai beni demaniali marittimi, condotta dalla Sezione centrale di controllo delle amministrazioni dello Stato.
I magistrati hanno chiesto il riordino e la semplificazione delle procedure di riscossione ma anche la revisione del sistema delle concessioni, vista anche la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Ue sulla Direttiva Bolkestein.
Nel maggio 2021 le concessioni dei beni demaniali marittimi a uso turistico risultano pari a 12.166, in aumento del 12,5% rispetto alle rilevazioni del 2018.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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