
Per il cenone di fine anno gli italiani hanno speso 2,6 miliardi di euro, il 52% in più rispetto allo scorso anno. 8 su 10 lo hanno passato a casa
400 milioni di euro. A tanto ammonta il valore degli avanzi rimasti sulle tavole degli italiani imbandite per pranzi e cenoni durante queste feste natalizie. A dirlo è Coldiretti, secondo cui però quasi il 90% delle famiglie rimette in tavola (o surgela per un utilizzo successivo) il cibo rimasto, mentre solo l’1% butta tutto nella spazzatura.
Per il cenone di fine anno, secondo l’associazione, gli italiani hanno speso 2,6 miliardi di euro, il 52% in più rispetto allo scorso anno. Ed il motivo è semplice. Con lo stop a veglioni, concerti in piazza e discoteche, la festa si è spostata tutta a tavola. E poi la rapida risalita dei contagi ed il diffondersi della variante Omicron hanno spinto più di 8 italiani su 10 (83%) a festeggiare nelle case per prudenza o necessità. «A tavola si registra una presenza media di 6,3 persone – sottolinea Coldiretti. – Quasi il doppio rispetto allo scorso anno (3,7 persone) condizionato dal limite di massimo due ospiti non conviventi, ma sono molto lontane le tavolate da quasi 9 persone del periodo pre pandemia. Solo il 14% dei cittadini ha deciso di festeggiare al ristorante, in trattorie e agriturismi».
Lo spumante si è confermato come il prodotto re di Capodanno, seguito a ruota dalle lenticchie presenti nell’80% dei menu forse perché sono chiamate a portar fortuna. Ma da segnalare c’è anche la riscossa di cotechino e zampone presenti sul 71% delle tavole. Si stima che siano stati serviti circa 6 milioni di chili di cotechini e zamponi, con una netta preferenza per i primi.
Sulle tavole per le feste è stata forte anche la presenza del pesce nazionale a partire da alici, vongole, sogliole, triglie e seppie ma anche la frutta a partire dall’uva “portafortuna”, presente in 6 tavole su 10 (64%). Addio invece alle mode esterofile del passato come il consumo di frutta fuori stagione importata dall’estero che ha visto un crollo del 20% rispetto alle feste di fine anno di cinque anni fa. Gli italiani hanno preferito prodotti nazionali per la qualità ma anche per sostenere l’economia in un momento così difficile.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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