Vediamo cos’è e per chi è indicata
La prima pillola antivirale contro il Covid, targata Merck, è disponibile anche in Italia. Dopo l’ok dell’Aifa (guarda qui) il farmaco, chiamato molnupiravir, viene distribuito da oggi dalla Struttura Commissariale alle Regioni e per la sua prescrizione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio che sarà presto accessibile online sul sito della stessa agenzia.
ll medicinale è autorizzato “per il trattamento dei pazienti Covid-19 non ricoverati con recente insorgenza di malattia da lieve a moderata e con condizioni cliniche sottostanti che possono rappresentare fattori di rischio specifici per lo sviluppo di Covid-19 grave“. E’ stato progettato per introdurre errori nel codice genetico del virus, impedendone la duplicazione e riducendo il rischio di provocare malattie grave.
Molnupiravir è un antivirale orale che deve essere assunto in caso di positività al Covid entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi. Il trattamento dura cinque giorni e consiste in quattro capsule (800 mg totali) da prendere due volte al giorno.
Le Regioni decidono come distribuirlo: presumibilmente all’inizio il farmaco sarà presente nelle farmacie ospedaliere, in seguito nelle farmacie autorizzate. Al paziente non dovrebbe costare nulla. Ci potranno essere alcune Regioni che richiederanno accertamenti preliminari prima di darlo.
Per persone considerate a rischio il farmaco può offrire un’arma in più ma non è una alternativa alla vaccinazione, non solo per la sua bassa efficacia, ma anche perché, come gli altri farmaci, ha una durata d’azione limitata. In caso si faccia parte di alcune categorie di persone che non rispondono bene all’immunizzazione e che quindi, sebbene in maniera inferiore rispetto ai non vaccinati, possono correre il rischio di aggravarsi con il Covid, il molnupiravir può risultare molto utile.
Il suo utilizzo non è raccomandato in gravidanza. E l’allattamento al seno “deve essere interrotto durante il trattamento e per quattro giorni dopo il trattamento“, si legge nel bugiardino.
Gli effetti indesiderati più comuni riscontrati nel trattamento e nelle due settimane successive all’ultima dose sono: diarrea, nausea, vertigini e cefalea. Ma tutti di lieve o moderata entità.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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