L’indice unisce al trinomio di ricavi, utili e dividendi degli istituti italiani la nuova voce dedicata all’impegno sociale
Per la prima volta nel panorama italiano nasce un indice per determinare la quantità e la qualità egli interventi del settore bancario italiano in campo sociale, in particolare contro la povertà: si tratta del Banking Social Index (BSI) della Fabi.
In particolare, insieme al nuovo BSI che valuterà l’effettivo grado di solidarietà di un intero settore economico, è prevista la pubblicazione di una classifica degli istituti di credito italiani che mettono in campo le misure più rivelanti, come ad esempio iniziative economiche, progetti, finanziamenti agevolati e donazioni a enti, istituti di ricerca, onlus, ospedali, associazioni di beneficenza, strutture per il volontariato e per l’assistenza alle persone più deboli.
L’iniziativa era stata lanciata lo scorso 13 dicembre dal segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Con il via ufficiale nei prossimi giorni si procederà prima alla raccolta delle informazioni, tramite lettere inviate agli amministratori delegati e agli chief executive officer dei gruppi bancari coinvolti, per poi passare alla fase di analisi e valutazione.
«Le banche devono riaffermare il loro ruolo sociale, svolgendo una funzione essenziale sui territori – ha dichiarato Sileoni. – Al trinomio composto da ricavi, utili e dividendi ritengo essenziale aggiungere un quarto, pilastro: la solidarietà. Questo perché sconfiggere la povertà, la vera pandemia del futuro, deve diventare la priorità assoluta non solo per le istituzioni pubbliche e per i governi, ma anche per i principali operatori economici privati. Ci assumiamo una grande responsabilità, consapevoli che anche il sindacato debba essere coraggioso e andare oltre lo steccato delle relazioni sindacali, svolgendo un ruolo utile nell’interesse della collettività».
«Al Consiglio nazionale, il 13 dicembre, rivolgendomi ai vertici del settore, avevo anticipato questa iniziativa, spiegando che non è più tempo per nessuno di far finta che nulla sia accaduto, di chiudere gli occhi o di considerare soltanto i propri circoscritti orizzonti. È tempo di generosità e di solidarietà vera, concreta, visibile, solida. Ed è giusto che i cittadini sappiano i nomi delle banche che già fanno molto per contrastare la povertà e di quelle che si sottrarranno alle nostre sollecitazioni» – aggiunge.
Nei prossimi mesi verrà costituito un Comitato consultivo la cui composizione non è ancora stata resa nota – ne faranno parte esponenti del mondo accademico, del terzo settore, della società civile e delle fondazioni – che avrà il compito di certificare l’analisi dei dati del BSI e la classifica delle banche “solidali”
Il fenomeno della povertà, secondo gli ultimi dati, coinvolge anche solo potenzialmente quasi 11 milioni di italiani. Di questa cifra fanno parte i disoccupati, quattro milioni tra ex occupati, ex inattivi e in cerca di occupazione, e 6,7 milioni di precari (cosiddetti working poor), oltre che 925 mila soggetti con contratti di lavoro a termine part time, due milioni e 142 mila persone con contratti a tempo determinato full time, due milioni e 731mila addetti con contratti a tempo indeterminato part time involontario, 225 mila soggetti con semplici contratti di collaborazione e 711 mila autonomi part time.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/MATTEO BAZZI
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