Il grano italiano è pagato meno di quello importato. Bisogna investire di più sul made in Italy
E’ allarme sui prezzi del grano. In Italia sono praticamente raddoppiati i costi delle semine per effetto di rincari di oltre il 50% per il gasolio necessario alle lavorazioni dei terreni. Ma ad aumentare sono anche i costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti che arrivano anche a triplicare. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che gli effetti del balzo dei costi energetici colpiscono l’intera filiera, dai campi all’industria fino agli scaffali di pasta e pane.
Secondo Coldiretti ci sono comunque le condizioni per incrementare la produzione di grano in Italia dove si raccolgono 3,8 milioni di tonnellate che fanno del Paese il secondo produttore mondiale ma anche il principale importatore perché molte industrie, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale, hanno preferito acquistare sul mercato internazionale approfittando delle basse quotazioni dell’ultimo decennio.
Secondo l’associazione bisogna investire di più sul Made in Italy. Il grano duro italiano è pagato meno di quello importato dall’estero. La produzione importata in Italia, soprattutto dal Canada, è ottenuta peraltro con l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta, vietato in Italia. «Ci sono quindi le condizioni per rispondere alle domanda di italianità dei consumatori ed investire sull’agricoltura nazionale che è in grado di offrire produzioni di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy – ha spiegato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. – Con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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