I flussi restano ben sotto i livelli del 2019 (-38,4%). Pesa l’assenza straniera
Il turismo italiano è in ripresa ma sono ancora lontani i tempi pre-Covid. Nei primi 9 mesi del 2021 si registra un +22,3% di presenze ma restano ben sotto i livelli del 2019 (-38,4%). Lo rileva l’Istat in un report sul movimento turistico in Italia.
Tra gennaio e settembre 2021 i dati provvisori del nostro Paese mostrano un trend meno negativo della media europea rispetto al 2019, con le presenze negli esercizi ricettivi che diminuiscono del 38,4% (145 milioni di presenze in meno) e gli arrivi del 46,5%. Tra le componenti della domanda turistica, quella estera evidenzia maggiori difficoltà di ripresa (-56,1% di presenze) rispetto alla componente domestica (-20,3%).
A livello settoriale a soffrire di più è il comparto alberghiero, con un calo di presenze del 44,3%, rispetto al comparto extra-alberghiero (- 28,3%).
A pesare, nel 2021, sui flussi turistici di tutti i Paesi europei è ancora la pandemia da Covid-19, che ha fortemente limitato la mobilità delle persone. Eurostat stima, infatti, che il numero delle notti trascorse nelle strutture ricettive nell’Unione europea sia pari a circa 1,1 miliardi nei primi 8 mesi del 2021, valore analogo a quello dello stesso periodo del 2020, ma inferiore di circa il 50% rispetto al 2019, anno precedente la pandemia.
Tra i Paesi che mostrano il maggiore decremento di presenze rispetto allo stesso periodo del 2019 risultano: Malta (-65,4%), Lettonia (-58,7%), Ungheria (-57,8%) e Portogallo (-56,2%). A seguire la Spagna che, con un calo del 54,6%, perde la prima posizione nella graduatoria europea per numero di presenze e cede il passo all’Italia (in prima posizione nel 2021) e alla Germania (in seconda posizione).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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