
Per il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno gli italiani hanno speso 5,1 miliardi di euro a causa delle restrizioni per il Covid che hanno portato a tavola la festa
Vola l’agroalimentare italiano che segna una crescita del 10,3% soprattutto grazie alla spinta delle feste natalizie, quando molte persone sono rimaste a casa per le restrizioni dovute al Covid ed hanno affrontato una spesa maggiore per la tavola. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti. «Con lo stop a veglioni, concerti in piazza e discoteche, la festa – sottolinea – si è spostata a tavola dove sono spariti 67 milioni di chili tra pandori e panettoni, 85 milioni di bottiglie di spumante, 20 mila tonnellate di pasta, 6,5 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci per un valore complessivo di 5,1 miliardi di euro, solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno».
Una tendenza confermata anche all’estero con il record storico per il Made in Italy alimentare sulle tavole di Natale e Capodanno di tutto il mondo. Ad aumentare a doppia cifra è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale: dallo spumante (+29%) ai panettoni (+25%) ai tortellini (+4%). In salita pure la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 12%, così come quella di prosciutti, cotechini e salumi (+12%). Ed ha avuto un vero e proprio boom il caviale tricolore che ha fatto segnare una crescita sui mercati internazionali del +146%.
Ma sono andati molto bene i doni enogastronomici quest’anno, segno evidente che i regali di gola fanno sempre la loro bella figura.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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