Presidente Arcimedia, Giovanni Durante: “solo a Sassello sono centinaia i posti di lavoro influenzati dallo stop delle attività, tra guide, strutture ricettive e produttori locali”
Sembra essere dettata dalla paura, e meno da evidenze scientifiche, l’ordinanza congiunta emessa dai ministeri della Salute e delle Politiche agricole in merito alla pandemia di peste suina africana che blocca le attività di turismo outdoor nei territori della Liguria e della provincia di Alessandria (ne abbiamo parlato qui).
«É una misura un po’ radicale – ci dice Giovanni Durante, presidente della cooperativa ArciMedia, legata all’Arci, che gestisce due rifugi nell’area del Parco del Beigua e collabora con una serie di operatori attivi nel territorio. – Il problema c’è e non va sottovalutato ma il rischio maggiore della peste suina africana si corre negli allevamenti intensivi, tra l’altro assenti in Liguria. Tuttavia il provvedimento penalizza chi da anni vive, investe e promuove il territorio, che difficilmente ha contatti con le grandi industrie, già provato da due anni di pandemia di Covid-19, vissuta senza aiuti».
«Senza contare – prosegue il presidente di ArciMedia – che la desertificazione dei boschi rende più difficile il monitoraggio della situazione: i cinghiali continuerebbero a muoversi più liberamente e se ci fossero carcasse infette nessuno se ne accorgerebbe. Le guardie forestali, infatti, sono poche per un territorio immenso, dopo che lo Stato ha depotenziato le proprie funzioni sul territorio».
Il motivo che può aver spinto all’emanazione di questo “lockdown” totale del turismo outdoor nella zona potrebbe essere stato quello di “tranquillizzare i mercati“: «parliamo di interessi enormi. Il mercato dei salumi vale infatti 1,5/due miliardi di euro. Senza contare che la paura potrebbe comunque avere effetti sul mercato ed essere controproducente per i grossi produttori».
Su quali potrebbero essere gli effetti economici del provvedimento è ancora troppo presto per fare delle stime. Più chiaro potrebbe essere il panorama sul mondo del lavoro: «solo il Comune di Sassello garantisce centinaia di posti di lavoro nel settore perché la filiera è composta da guide, rifugi, b&b, agriturismi, alberghi, ristoranti, produttori locali. Nel complesso, in tutta l’area interessata dall’ordinanza, parliamo di migliaia di posti di lavoro».
Al di là del danno economico, come ci sottolinea Durante, ci sarebbe il danno d’immagine: «si tratta di un danno molto grave. Chi comincia a pianificare le vacanze per prossimi mesi, infatti, sarà sicuramente influenzato».
Le stesse piccole realtà si dicono disponibili a fornire aiuto e supporto nell’elaborazione di misure più efficienti. «Ci auguriamo che si tratti di un provvedimento d’urgenza e che nelle prossime settimane si possano elaborare soluzioni più adeguate. Noi – conclude Durante, – così come i sindaci dei Comuni coinvolti, siamo disponibili a proporre strumenti di profilassi. Ad esempio, per un periodo una soluzione potrebbe essere quella di condurre dei gruppi con guide che siano informate e seguano protocolli precisi. Tra questi, il cambio di calzature alla fine del percorso, l’igienizzazione, l’uso di dispositivi di protezione individuale».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: PIXABAY
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