Il futuro delle commodities è legato a diverse incognite, fra le quali le relazioni commerciali fra Usa e Cina, la produzione americana e il comparto dei carburanti rinnovabili ricavati da semi e cereali
Il trend inflazionistico che ha caratterizzato gli ultimi mesi del 2021 e che si sta protraendo anche nel 2022 non necessariamente porterà il prezzo delle commodity agricole a crescere all’infinito. Secondo alcune analisi, invece, nella seconda parte dell’anno potremo assistere a una flessione dei prezzi.
Il motivo è che l’offerta di queste materie prime agricole si è rivelata, in base all’analisi dei dati storici, particolarmente elastica ai prezzi. Questo significa che la spinta inflazionistica porta i produttori ad aumentare le quantità sul mercato, così da abbassare, nel medio termine, i prezzi.
Il meccanismo opposto rispetto a quanto è accaduto finora, quando la riduzione delle scorte a livello mondiale ha causato l’aumento dei prezzi. Oltre a questa tendenza, bisognerà comunque tenere d’occhio anche l’andamento della produzione americana e la questione commerciale fra gli Usa e la Cina e il prezzo dei carburanti.
L’indicatore da tenere d’occhio quindi nel prossimo anno sarà la produzione statunitense di cereali e semi che può ribaltare le sorti dell’offerta e dunque dei prezzi; sono già diversi i produttori americani che hanno annunciato un’estensione della superficie coltivabile di mais, soia e grano. A incidere in tal senso però potrebbe essere anche il ventilato aumento dei prezzi dei fertilizzanti agricoli, rallentando quindi la produzione.
C’è poi il ruolo della Cina. Il mercato orientale è il primo importatori di cereali americani, in particolare soia e grano. I produttori cinesi nel 2021 hanno però aumentato la loro offerta, riducendo anche le importazioni. Il trend potrebbe comunque non essere incisivo se la Cina manterrà i prezzi meno competitivi rispetto a quelli statunitensi. Un dato che sarà invece davvero rilevante è l’evoluzione dei rapporti commerciali fra Cina e Usa: Pechino potrebbe imporre delle limitazioni alle importazioni di commodities.
Infine, il rincaro energetico potrebbe trovare uno sbocco positivo anche nel settore delle commodities. In tal proposito si sta investendo sempre di più in biocombustibili, ottenibili dalla coltivazione di cereali e semi. Una stima della U.S. Energy Information Administration prevede che entro il 2024 gli impianti americani potrebbero arrivare ad aumentare di 8 volte la produzione di biocombustibili.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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