Il complesso museale, che ospita anche l’unico affresco murale del Caravaggio, tornerà all’incanto in aprile, con un valore ribassato
Il primo appuntamento con la discussa asta del Casino dell’Aurora, che ha messo in vendita la dependance e unica parte ancora intatta della storica dimora dei Ludovisi a Roma (ne avevamo parlato qui), è andato a vuoto. L’appuntamento del 17 gennaio si è chiuso senza aggiudicazione.
Il plesso monumentale si compone di diverse aree affrescate, fra tutte il Camerino di Giove, Nettuno e Plutone, anche noto come Gabinetto alchemico l’unico affresco murale al mondo di Caravaggio datato 1597. Un tesoro cui è stato attribuito un prezzo di base di 471 milioni di euro che tornerà all’asta per una seconda gara ad aprile, questa volta con un valore ribassato.
Sull’attribuzione del Casino ha pesato anche un mancato accordo fra gli eredi del proprietario, il principe don Nicolò Boncompagni Ludovisi morto nel 2018. C’è poi il vincolo della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, che ha chiesto il restauro dei beni del complesso (circa 2.800 mq di superficie). Le opere di restauro saranno naturalmente a carico del futuro compratore, anche se detratte dal valore di acquisto, ad una cifra di almeno 11 milioni di euro.
In passato, come racconta la stessa principessa Rita Boncompagni Ludovisi, sia Bill Gates sia un emiro del Qatar avevano espresso il loro interesse per questo complesso che, fra sale affrescate, sculture, statue, colonne e un magnifico giardino, si presenta agli occhi come un vero e proprio museo.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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