La Manovra contiene alcune interessanti novità per le pmi, dalle agevolazioni creditizie agli incentivi per le imprese del Mezzogiorno. Ecco le misure da segnare
«Sostenere la competitività delle imprese stimolando gli investimenti in Ricerca e sviluppo, Innovazione tecnologica, Design e ideazione estetica». È con questi tre macro-obiettivi che la legge di Bilancio 2022 ha confermato e introdotto una serie di incentivi destinate alle pmi italiane.
Per tutti gli interventi realizzati fino al 31 dicembre 2022 e finalizzati a Ricerca e sviluppo, alle imprese verrà riconosciuto un credito d’imposta pari al 20% delle spese sostenute e agevolabili, con un tetto massimo di quattro milioni di euro.
Se i lavori riguardano l’Innovazione tecnologica e comprendono la realizzazione di nuovi prodotti o processi, si riconosce un credito d’imposta pari al 10% delle spese sostenute, con un limite di due milioni di euro. Gli interventi di trasformazione dei processi aziendali secondo il principio dell’economia circolare e del cosiddetto paradigma Industria 4.0 hanno diritto a una detrazione maggiore (15%), con lo stesso tetto.
Infine, gli investimenti in Design e ideazione estetica rientrano nel limite massimo di due milioni di euro e consentono la detrazione del 10% delle spese agevolabili per tutti gli interventi che riguardino la sola funzione estetica degli elementi strutturali o interni delle pmi. Sono quindi escluse operazioni tecniche o funzionali.
Oltre a queste tre macro-categorie, vi sono poi de bonus separati. Il primo, esteso dalla Manovra al 30 giugno 2022, è il bonus aggregazioni: si tratta di un incentivo introdotto già nel 2021 e rivolto alle pmi “risultanti da un’operazione di aggregazione aziendale, realizzata attraverso fusioni, scissioni o conferimenti d’azienda“.
In sostanza, nell’ambito di una fusione aziendale (o altra operazione di aggregazione) è possibile trasformare in un credito d’imposta una quota delle spese per imposte anticipate e riferite a perdite fiscali o eccedenze Ace. Anche qui è stato fissato un tetto massimo che corrisponde a 500 milioni di euro.
Infine, il Mise ha prorogato al 31 dicembre una serie di investimenti per le pmi del Mezzogiorno. Anche in questo caso il sostegno si traduce in un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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