Il divario tra lo scorso anno e il 2019 del pre-pandemia si attesta a circa 20 mila registrazioni camerali
Non come prima della pandemia ma quasi: il 2021 si è chiuso con un nuovo slancio delle attività imprenditoriali. Stando a quanto rilevato da Movimprese, l’analisi statistica realizzata da Unioncamere e InfoCamere, lo scorso anno sono state registrate 332.596 nuove attività, il 14% in più rispetto al 2020.
Rispetto al 2019, prima del Covid-19, tuttavia, si registra ancora un gap di circa 20 mila iscrizioni in meno, che salgono a 50 mila nel contro con la media del decennio antecedente alla pandemia.
«I risultati dell’analisi mostrano che l’andamento delle iscrizioni è certamente correlato alle prospettive dell’economia ma anche determinato da andamenti settoriali diversificati e dalle politiche di aiuti pubblici – commenta il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. – Appare poi incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo».
Sembra essersi rallentato, invece, il fisiologico flusso di cancellazioni dai registri camerali. Nel 2021, infatti, sono state registrate 246 mila cessazioni di attività, il valore più basso degli ultimi 15 anni. Il saldo annuale, dunque, si è chiuso in positivo di 86.587 unità.
Nel Sud dell’Italia si è registrato il maggior numero di iscrizioni: quasi 109 mila contro 72 mila cessazioni. La Regione trainante è stata la Campania con 12.732 aperture. Il Nord-Ovest ha avuto 91 mila iscrizioni (14 mila in Lombardia) e 70 mila cancellazioni. Scenario simile al Centro con 72 mila iscrizioni (14 mila nel Lazio) e 52 mila cessazioni. Infine, il Nord Est ha avuto 60 mila iscrizioni e 51 mila cessazioni.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: PIXABAY
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