Stroncato da un infarto
Stroncato da un infarto
È morto a Roma il faccendiere Flavio Carboni, 90 anni, il cui nome si è legato a moltissimi scandali italiani a partire dagli anni ’70.
Stroncato da un infarto nella sua abitazione di Roma, Carboni è stato al centro della cronaca d’Italia per oltre 50 anni a partire dal suo coinvolgimento nel crac del Banco Ambrosiano Veneto, unica vicenda per la quale è stato condannato in via definitiva a 8 anni e 6 mesi di reclusione.
Nel corso degli anni è stato imputato di numerose accuse: falso, truffa, bancarotta fraudolenta, riciclaggio.
A seguire venne indagato per l’omicidio del banchiere Roberto Calvi, ma venne poi assolto per insufficienza di prove.
Nel 2018 venne condannato in primo grado al processo sull’associazione segreta massonica P2.
Lo scorso 18 gennaio è stato condannato per riciclaggio dei proventi delle fatture inesistenti emesse dall’imprenditore Valeriano Mureddu, che nel 2014 fece da tramite tra lui e l’allora vicepresidente di Banca Etruria Pierluigi Boschi.
In seguito, proprio a Boschi, il faccendiere consigliò Fabio Arpe come direttore generale della banca in crisi, che sarebbe poi stata risolta dal Governo Renzi di cui Maria Elena Boschi faceva parte.
Il suo avvocato, Renato Borzone, racconta: «è stato perseguitato da accuse dietrologiche e surreali, come nel caso del processo per la morte di Roberto Calvi, nei confronti delle quali ha dimostrato la sua innocenza. Non era San Francesco ma tuttavia è stato sempre stato considerato un personaggio misterioso che in realtà non era».
di: Micaela FERRARO
FOTO: PIXABAY
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