
Il dato è risultato comunque ancora in calo del 59% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019. A creare problemi è stata prima la variante Delta e poi Omicron
Il trasporto aereo sta riprendendo quota e a confermarlo sono i dati raccolti da AciEurope secondo cui il traffico passeggeri nel Vecchio Continente è aumentato del 37% nel 2021 rispetto al 2020, ma è risultato comunque ancora in calo del 59% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019. «Dopo aver perso 1,72 miliardi di passeggeri nel 2020, avevamo tutti grandi speranze in una forte ripresa nel 2021 – ha commentato Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe. – Ma l’anno scorso si è rivelato un altro anno difficile, poiché gli aeroporti europei hanno finito per perdere altri 1,4 miliardi di passeggeri rispetto a al 2019. Ciò significa che rimangono sotto stress considerevole, con una debolezza finanziaria sistemica in tutto il nostro settore».
Entrando nello specifico dei dati la variante Delta nella prima metà del 2021 ha fatto crollare a picco il settore, facendo registrare -77,7% del traffico rispetto al 2019 e questo a causa dei blocco e delle severe restrizioni che sono state reintrodotte per fermare i contagi. Il lancio dei vaccini, combinato con i certificati digitali Covid dell’UE e la riapertura del mercato transatlantico a novembre hanno visto migliorare il traffico passeggeri nella seconda metà dell’anno (-42,4% rispetto al 2019), ma poi la variante Omicron ha creato nuovi problemi.
L’impatto di Omicron si è concentrato sul mercato UE+1, dove gli aeroporti hanno registrato un calo del traffico passeggeri del 44,1% a dicembre rispetto al -38,1% di novembre. La variante, invece, non ha impedito modesti guadagni nel resto d’Europa (-17,1% a dicembre contro -19% a novembre).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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