Nel 2009 la Commissione aveva sanzionato il leader dei microchip per 1,2 miliardi di dollari. Oggi la Corte di giustizia europea ha annullato la multa e il titolo dell’azienda è arrivato al pre-market di Wall Street a +1,8
Nel 2009 l’antitrust dell’Unione Europea aveva multato Intel per 1,2 miliardi di dollari (pari a 1,06 miliardi di euro). Oggi il leader Usa dei microchip ha vinto il ricorso presentato alla Corte di giustizia europea. Secondo il tribunale comunitario “l’analisi effettuata dalla commissione è incompleta” e non sarebbe stata in grado di giudicare concretamente l’impatto delle azioni di Intel sul mercato. La Corte ha quindi annullato la parte della decisione della Commissione relativa alla multa.
Intel era stata accusata di abuso di posizione dominante perché aveva rivolto un sistema di sconti fedeltà e promozioni ai produttori di computer Dell, Hewlett-Packard, Nec e Lenovo, inducendoli ad acquistare da lei la maggior parte dei chip.
Questa pratica, secondo la Commissione europea, aveva infatti danneggiato una società rivale, il produttore di chip Advanced Micro Devices. Nello specifico, il colosso avrebbe cercato di estromettere il concorrente dal mercato della vendita di processori x86, in una finestra temporale che va dal 2002 al 2007.
Il Tribunale aveva già affrontato il caso nel 2014, confermando in quella circostanza la decisione della Commissione; nel 2017 però la Corte ha dovuto riesaminare il ricorso di Intel, arrivando finalmente all’accoglimento dell’istanza.
La decisione della Corte ha portato il titolo di Intel a salire dell’1,8% nel pre-market di Wall Street. Pochi giorni fa l’azienda aveva annunciato un investimento di 20 miliardi di dollari per la costruzione di due impianti di chip in Ohio (qui la notizia).
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/FOCKE STRANGMANN
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