La banca ha registrato ricavi in aumento del 12,8% e masse in crescita del 14,5%
CheBanca! ha chiuso il quarto trimestre del 2021 con il botto. La banca dedicata alla gestione di risparmio e investimenti del gruppo Mediobanca ha visto salire l’utile netto del 37,4% a 31,2 milioni di euro, con ricavi ricavi in aumento del 12,8% a 195,4 milioni di euro . Sulla crescita ha inciso un contributo positivo del margine di interesse, che cresce del 6,8% a 119,5 milioni di euro, e delle commissioni, che salgono del 24% a 75 milioni di euro, con particolare riguardo alla componente gestita/assicurata che passa da 43,5 milioni di euro a 57,3 milioni di euro.
I costi di struttura vedono una crescita del 9,8% a 141 milioni di euro, legata sia ai costi del personale, sia alle spese amministrative.
Il totale delle masse ha raggiunto i 34,2 miliardi di euro, in crescita del 14,5% e del 2,4% rispetto a settembre 2021. La raccolta netta nel semestre è salda a 1,5 miliardi di euro, con afflussi nel trimestre pari a 0,6 miliardi di euro. La crescita delle masse di AUM/AUA vede un equilibrato apporto dei principali canali distributivi nel semestre, con il 50% dalla rete proprietaria e il 50% dai consulenti finanziari.
I livelli di produttività del risparmio hanno registrato una media di 1,24 milioni per gestore/consulente nel semestre. Gli impieghi alle famiglie salgono a 11,3 miliardi di euro (+5,2% a/a), con un erogato di 0,9 miliardi di euro nei 6 mesi e 0,5 miliardi di euro nell’ultimo trimestre.
Le deteriorate lorde registrano una riduzione (da 210,5 milioni di euro a 207 milioni di euro) con un’incidenza sugli impieghi pari all’1,8% in riduzione rispetto all’1,9% del 30 giugno. Le attività deteriorate nette si riducono anch’esse da 112,5 milioni di euro a 107,9 milioni di euro e rappresentano l’1% degli impieghi netti, con un tasso di copertura del 47,9% in aumento rispetto al 46,6% di inizio esercizio. Le sofferenze nette si riducono da 43,2 milioni di euro a 38,3 milioni di euro e sono pari allo 0,3% degli impieghi netti, il tasso di copertura passa dal 60,3% al 63%.
di: Francesca LASI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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