Due istituti italiani fanno ingresso in classifica: si tratta di Iccrea e Banca Ifis
L’ultimo rapporto di Brand Finance pubblicato sul The Banker- Financial Times ritrae lo stato di salute dei marchi delle 500 principali banche al mondo. Questi istituti stanno recuperando, per la prima volta in tre anni, il valore generato dal branding mediante immagine e reputazione, con una crescita media del 9% anno su anno del valore dei marchi.
Guidano la classifica le banche statunitensi e cinesi. Al primo posto c’è Icbc, che è stata capace di aumentare il valore del suo marchio del 3% anno su anno, raggiungendo quota 75,1 miliardi di dollari. Le banche cinesi complessivamente rappresentano un terzo del valore totale della classifica.
Seguono gli istituti a stelle e strisce che occupano cinque delle prime 10 posizioni e rappresentano, da sole, quasi un quarto del valore complessivo del branding. In top ten troviamo Bank of America, Citi, Chase, Wells Fargo e JP Morgan.
Per quanto riguarda invece le banche italiane, la Brand Finance Banking 500 2022 annovera 16 istituti, uno in più del 2021. Troviamo infatti due nuovi ingressi in classifica, Iccrea al 401esimo posto e Banca Ifis al 488esimo posto.
Esce invece dall’elenco il marchio UBI, acquisito da Intesa Sanpaolo che sta vivendo una delle crescite più consistenti in termini di valore assoluto a livello globale, andando oltre quota due miliardi. Con un aumento del 32%, il brand di questa banca oggi vale 9,7 miliardi di dollari, attestandosi al 34esimo posto in classifica generale e al sesto posto fra le banche europee.
Si registra un altro notevole incremento in casa Fineco che aumenta il suo valore del del 36%, raggiungendo il 225esimo posto. Altrettanto positiva la scalata di BPER che guadagna 44 posizioni. In crescita anche BNL e Credito Emiliano.
Va meno bene per Unicredit e Banco BPM che scendono di 12 posizioni arrivando rispettivamente al 130esimo e al 175esimo posto. Perdono di valore anche Monte dei Paschi, Mediolanum, Mediobanca, Compass, Popolare di Sondrio e Sella.
«Ad eccezione di Intesa e di Unicredit – spiega il managing director Italia di Brand Finance Massimo Pizzo – le banche italiane sono generalmente ancora poco attente alla gestione dei fattori razionali ed emozionali che guidano le scelte dei clienti. Quando si parla di branding troppo spesso non si comprende che la buona qualità dei servizi è un fattore necessario ma non sufficienti per attrarre clienti».
di: Marianna MANCINI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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