Scuola, lavoro, pandemia, giustizia: questi i temi affrontati nel suo lungo discorso di insediamento. Per Mattarella 55 applausi e ovazione finale di oltre tre minuti
40 minuti di discorso, 55 applausi e una ovazione finale durata oltre tre minuti. Sergio Mattarella ha appena giurato davanti al Parlamento riunito in seduta comune per il suo secondo mandato da presidente della Repubblica.
Tanti i temi affrontati: dalle tragedie sul lavoro, alla violenza sulle donne, passando per la scuola e la giustizia fino ad arrivare alla pandemia. Senza contare il ricordo accorato verso David Sassoli e Monica Vitti, due personalità che hanno segnato in modo diverso la storia del nostro Paese.
«Il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno fatto la loro scelta. E’ per me una nuova chiamata, inattesa, alla responsabilità alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi – ha detto in apertura a Montecitorio. – Ritorno di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica».
Mattarella ha sottolineato la necessità di disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza. «E’ ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento. Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano».
Un passaggio del discorso di Mattarella ha riguardato il Csm. «È indispensabile che le riforme annunciate per la giustizia giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’Ordine giudiziario. Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore», ha continuato.
Bisogna poi sostenere la scuola ed ascoltare la voce degli studenti che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni.
Mai più poi tragedie sul lavoro e violenza nei confronti delle donne.
Dopo il giuramento Sergio Mattarella si è fermato nel corridoio verso l’uscita per salutare il premier Mario Draghi e il presidente della corte Costituzionale Giuliano Amato. Quindi ha lasciato la Camera per ascoltare in piazza Montecitorio l’Inno di Mameli. Questo passaggio, che di solito avviene in Aula, per le misure anti-Covid questa volta è stato spostato all’esterno. Poi Mattarella ha passato in rassegna il reparto d’onore schierato.
E’ il 13esimo presidente della Repubblica.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ROBERTO MONALDO/POOL/LAPRESSE
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