A fare da traino è il rimbalzo dei prezzi delle materie. Focus sul clima
Bilancio in forte crescita per Shell. L’utile netto della major petrolifera britannica è salito a 19,29 miliardi di dollari nel 2021 dai 4,85 miliardi nel 2020 e oltre i 17,8 miliardi attesi dagli analisti. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno il risultato si è attestato a 6,4 miliardi. A fare da traino è stato il rimbalzo dei prezzi delle materie prime.
L’indebitamento netto si è ridotto a 52,6 miliardi di dollari alla fine del 2021, -23 miliardi di dollari rispetto al 2020.
«Abbiamo ottenuto risultati finanziari molto positivi nel 2021 e la nostra forza finanziaria e la nostra disciplina sono alla base della trasformazione della nostra azienda – ha commentato il CEO Ben van Beurden. – Oggi stiamo intensificando le nostre distribuzioni con l’annuncio di un programma di riacquisto di azioni da 8,5 miliardi di dollari e prevediamo di aumentare il nostro dividendo per azione di circa il 4% per il primo trimestre del 2022».
Shell ha annunciato anche un programma di buyback azionario da 8,5 miliardi di dollari nella prima metà di quest’anno e mira diventare una società a zero emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050, ma Climate Action 100+, un influente gruppo di investitori, ritiene che gli obiettivi dell’azienda siano solo parzialmente allineati con l’accordo di Parigi sul clima.
In una sentenza storica infatti lo scorso anno un tribunale olandese ha ordinato alla major petrolifera di intraprendere un’azione molto più aggressiva per ridurre le sue emissioni di Co2. Shell è stata dichiarata responsabile delle proprie emissioni e di quelle dei suoi fornitori e deve ridurre le emissioni del 45% entro il 2030. Shell ha presentato ricorso contro la sentenza, una mossa che è stata aspramente criticata dagli attivisti per il clima.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/ROBIN UTRECHT
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