L’accusa è di aver venduto Nft delle Air Jordan 4 e delle Nike Dunk Low, le scarpe lanciate recentemente dalla Nike, per oltre 500 dollari, pari a più del doppio del prezzo al dettaglio delle scarpe fisiche
Si torna a parlare di Nft, token non fungibili, un mercato esploso nel corso del 2021, con volumi di trading che hanno superato i 23 miliardi di dollari, stando alla società di digital analytics DappRadar.
Questa volta al centro dell’attenzione mediatica non sono i numeri ma una controversia legale ad opera di un famosissimo brand. Stiamo parlandi Nike che ha fatto causa al rivenditore online StockX, accusandolo di aver venduto più di 500 Nft non autorizzati raffiguranti le proprie sneaker.
In particolare secondo un’analisi del Wall Street Journal, negli ultimi giorni su StockX, piattaforma di rivendita online, nata nel 2016 e valutata lo scorso anno per 3,8 miliardi di dollari, sono stati rivenduti Nft delle Air Jordan 4 e delle Nike Dunk Low, le scarpe lanciate recentemente dalla Nike, per oltre 500 dollari, pari a più del doppio del prezzo al dettaglio delle scarpe fisiche. Per giunta, secondo la multinazionale sportiva, la vendita di questi Nft basati sulle repliche degli ultimi modelli di sneaker confonde i consumatori, creando una falsa associazione tra i prodotti digitali e il marchio Nike.
Il portavoce di StockX non ha rilasciato per ora alcuna dichiarazione a riguardo ma se fosse tutto confermato sarebbe un danno importante per Nike che ha acquistato da meno di due mesi la Rtfkt, società di sneaker virtuale che produce oggetti da collezione nft. Tuttora il brand statunitense non ha però ancora rilasciato alcun Nft autorizzato.
La società ha chiesto alla Corte federale di New York un’ingiunzione che vieti al retailer online di vendere gli asset digitali basati sui suoi prodotti, oltre al relativo risarcimento dei danni.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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