A fine gennaio il prezzo internazionale del grano è cresciuto del 10% in una sola settimana
Il mercato energetico non è il solo ad aver risentito della crisi in atto fra l’Ucraina (e tutto il blocco occidentale) e la Russia: anche i prezzi delle materie prime agricole sono lievitati in seguito all’inasprimento delle tensioni diplomatiche.
In particolare, Coldiretti ha lanciato un allarme sul prezzo dei cereali: i due Paesi da soli riforniscono un terzo delle esportazioni mondiali di grano. Nello specifico la Russia è il primo esportatore di grano a livello mondiale mentre l’Ucraina è terza.
L’Ucraina è inoltre quinta per quanto riguarda il mais (36milioni di tonnellate) e settima per il grano tenero impiegato nella produzione di pasta, pane e biscotti (25 milioni).
Un eventuale conflitto potrebbe dunque “danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero“, provocando così un “crollo delle disponibilità sui mercati mondiali” e alimentando il rischio di carestie e tensioni sociali“.
Come riporta Coldiretti citando l’indice dei prezzi alimentari della Fao, gennaio ha già registrato il picco massimo di sempre, in particolare sul costo dei cereali che ha subito un’impennata del 12,5% rispetto al 2021.
L’Italia è coinvolta in prima persona in questa crisi: il nostro Paese importa il 64% del proprio fabbisogno di grano; nel 2021 parliamo di “oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia“.
Di pari passo sono diminuite le aree di terreno coltivati a grano tenero nel Paese, passate da 543mila ettari a poco meno di 500mila ettari con “una produzione di circa 2,87 milioni di tonnellate“. A incidere è anche il rincaro energetico che tocca vette del 50% per il gasolio.
È così che a fine gennaio il prezzo internazionale del grano è cresciuto del 10% in una sola settimana e che crescono conseguentemente i costi di pasta, pane e biscotti.
Ulteriori restrizioni sono comunque in arrivo: la Russia ha già comunicato che dal 15 febbraio al 30 giugno ridurrà le sue esportazioni di grano per contrastare la spinta inflazionistica interna.
La proposta di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, passa per una garanzia immediata alla “sostenibilità finanziaria delle aziende affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non scendano sotto i costi di produzioni“.
A tale scopo sarà fondamentale anche il Pnrr: «siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti e ridurre la dipendenza dall’estero».
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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