Per l’86% dei dipendenti il welfare aziendale oggi è più rilevante del contesto finanziario
Una delle conseguenze più incisive della pandemia sul mercato del lavoro riguarda il fenomeno della Great Resignation, di cui abbiamo già parlato anche qui. Dal lato della domanda, la ricerca di un’occupazione dipende sempre più dalle condizioni di benessere offerte dalle imprese che acquisiscono ormai la medesima rilevanza di produttività e specifiche contrattuali.
L’offerta del lavoro si sta gradualmente adattando a questi standard: lo conferma nuovamente una ricerca della società di consulenza americana Forrester secondo cui nel prossimo anno l’86% delle aziende rivedrà i propri programmi di welfare per andare incontro alle richieste della forza lavoro.
Entro il 2025 il mercato degli investimenti sui benefit supererà i 14,6 miliardi di dollari, seguendo un tasso annuo di crescita composto vicino al 4%. Entrando nello specifico, il mercato globale dei benefit aziendali e dei buoni pasto supererà entro i prossimi tre anni quota 14,6 miliardi di dollari, attestandosi anche in questo caso su una crescita del 4%, come conferma un recente studio di Technavio.
La crescita dei buoni alimentari è stata certificata anche dalla CNBC: si stima che negli Usa nel 2022 si verificherà il più grande aumento di sempre, con un +25% rispetto al 2019.
Cresce esponenzialmente anche il numero di imprese che seguirà questo trend: secondo un report del magazine Human Resource Executive il 69% dei datori di lavoro coinvolti nel sondaggio prevedono di espandere, personalizzare e differenziare i propri programmi di welfare aziendale entro i prossimi due anni.
L’elemento da seguire sarà il benessere emotivo (nell’86% dei casi), che risulta più importante anche di quello fisico (68%) e finanziario (67%). La revisione dei programmi di welfare avrà lo scopo di “garantire la soddisfazione dei propri collaboratori e, quindi, la loro lealtà ed efficienza all’interno del workplace“, come spiega il ceo di Sodex Benefits & Rewards Services Italia Florent Lambert.
Un altro fattore da implementare nei propri programmi aziendali è la necessità di flessibilità, da sempre “insostituibile nei benefit per i dipendenti” ma ancor più apprezzata sulla scia della pandemia.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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