Il settore delle acquisizioni crescerà anche nel 2022, puntando a fattori quali ESG, trattenimento dei talenti e contesti normativi favorevoli
Il 2021 è stato un anno record per il settore delle acquisizioni e delle fusioni: mai come in questi 12 mesi si è registrato un tale valore nell’M&A, che ha sfiorato i 6mila miliardi di dollari, a testimonianza di come le imprese abbiano trovato una risposta alla crisi evolvendosi e rincorrendo trasformazioni.
Nell’ultimo anno il rapporto fra il valore aziendale e il margine operativo lordo (EBITDA) ha toccato il suo massimo storico di 15,4; una crescita particolarmente evidente negli asset tecnologici (con multipli a 25x) e nel settore sanitario (multipli a 20x).
Questo modello di crescita è risultato particolarmente appagante per le aziende: le società che sono cresciute grazie ad operazioni di M&A sono infatti capaci di offrire agli azionisti rendimenti superiori rispetto alle aziende restie alle trasformazioni. A fronte di una crescita del 47% dei deal aziendali, infatti, gli accordi fra investitori, Spac e società di venture capital sono cresciuti del 100%.
Lo scenario sembra promettere bene anche per il 2022. Come conferma il managing director di Bain & Company Italia e Turchia Roberto Prioreschi «89% dei manager che abbiamo intervistato prevede che la propria attività di dealmaking rimanga la stessa o aumenti quest’anno».
«I dealmaker che usciranno vincenti nel 2022 – prosegue – saranno quelli in grado di concentrarsi sulle opportunità commerciale legate in particolare a tre fattori: ESG, retention dei talenti e contesto regolatorio».
Fra le principali sfide del futuro ci sarà dunque quella di favorire l’evoluzione della propria azienda trattenendo con sé i talenti; una missione particolarmente difficile nel settore tecnologico, come conferma il 75% dei manager.
Fondamentale, in termini di qualità effettiva e percepita di un business, il fattore ESG: «quando si guarda al settore energetico – spiega Prioreschi – i deal sulla transizione hanno rappresentato circa un quinto degli accordi superiori a 1 miliardo di dollari nel 2021».
Anche nel 2022 il focus sui criteri ESG dovrà essere “più di una voce della check-list durante il processo di M&A: per avere successo, le aziende dovranno necessariamente rendere la sostenibilità parte centrale di ogni accordo“.
Infine, i manager dovranno prestare attenzione a un contesto normativo in continua evoluzione, caratterizzato da norme antitrust sempre più stringenti e dalle crescenti preoccupazioni per la sicurezza degli Stati. Le aziende dovranno quindi “modulare le proprie aspettative, pianificando tempi di approvazione più lunghi, preparandosi a condividere le informazioni e affrontando le questioni antitrust e di sicurezza dei dati“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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