Sul superbonus truffe tra le più alte mai viste. Franco: “anche nel 2022 riduzione significativa del debito”
Il Governo interverrà la prossima settimana per combattere il caro energia che tanto preoccupa famiglie ed imprese. Lo ha confermato il premier Mario Draghi nella conferenza stampa sulla riforma del Csm (guarda qui su Mercurionews le specifiche della riforma). L’obiettivo è di mettere in campo tra i cinque e i 7 miliardi per il secondo trimestre dell’anno (ne abbiamo parlato qui).
Oltre alla riforma sulla giustizia Draghi si è soffermato sulla crescita economica: «l’anno scorso la crescita si è chiusa con una cifra assolutamente superiore alle aspettative, 6,5%. Quest’anno nel primo trimestre c’è un rallentamento. Ci sono però dei rischi, dati dal prezzo dell’energia, dall’inflazione e tensioni geopolitiche che possono nascere nei prossimi speriamo mesi o forse settimane».
Sul superbonus ci sono state truffe tra le più alte mai viste. «Se siamo in questa situazione è perché si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli. E se il superbonus oggi rallenta è per i sequestri deliberati dalla magistratura per questioni fraudolente per 2,3 miliardi. Ma naturalmente le somme oggetto di indagine sono molto, molto più alte», ha ammesso il presidente.
In conferenza stampa è intervenuto anche il ministro dell’Economia Franco che ha parlato delle altre questioni “calde” sul tavolo del Governo come la privatizzazione di Ita Airways. «Oggi abbiamo illustrato al Cdm il dpcm che dovrebbe essere a firma del presidente del Consiglio e dei ministri dell’Economia e dello Sviluppo per avviare il processo di ricerca di un partner per Ita. Non abbiamo un programma in cui predeterminiamo i tempi ma prevediamo che in una prima fase il Mef mantenga una quota minoritaria e non di controllo di Ita, che potrà in una fase successiva essere venduta. Nella fase iniziale il Governo sarà presente».
Franco ha sottolineato che anche nel 2022 ci sarà una riduzione sostanziale del debito pubblico. «La sostenibilità del debito dipende da tre fattori, il primo è la crescita, cui ovviamente va aggiunto il costo del debito. Noi abbiamo emesso l’anno scorso nuovi titoli a un tasso medio molto basso, lo 0,1%, e il costo medio del debito era il 2,3% – ha detto. – Quest’anno il costo medio continuerà a ridursi, sarà molto inferiore alla crescita nominale del Pil. L’inflazione da un lato determina un aumento dei tassi di interesse, dall’altro aumenta il Pil nominale quindi contiamo di registrare anche quest’anno una riduzione significativa del debito. L’anno scorso abbiamo registrato una riduzione buona, molto migliore delle attese. Guardando avanti: crescita, crescita, crescita, i tassi di interesse continueranno a salire in tutto il mondo ma veniamo da un periodo di tassi eccezionalmente bassi. Il terzo punto è la prudenza, il risultato sull’indebitamento netto dello scorso anno che verrà reso pubblico dall’Istat il primo marzo è molto buono, migliore delle attese».
Sulle banche “ovviamente l’interesse della collettività è avere un sistema, solido efficiente che dia credito all’economia, non sta al Governo intervenire nelle scelte delle banche private”.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/Roberto Monaldo / POOL
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