Particolare importanza ha assunto la gestione del Fondo 394/81, più volte rifinanziato per il contrasto alla crisi economica innestata dalla pandemia, nell’ambito delle risorse assegnate allo scopo dal PNRR
Oltre quattro miliardi di euro. A tanto ammontano i fondi che Simest (Società italiana per le imprese all’estero del Gruppo Cassa depositi e prestiti, controllata al 76% dalla SACE) ha mobilitato e gestito nel 2020, nel pieno contesto pandemico. È quanto emerge dalla relazione della Sezione controllo enti della Corte dei conti secondo cui particolare importanza ha assunto la gestione del Fondo 394/81, più volte rifinanziato per il contrasto alla crisi economica innestata dalla pandemia, nell’ambito delle risorse assegnate allo scopo dal PNRR.
L’utile 2020 di Simest ammonta a 4,61 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto al risultato negativo del 2019: esito da imputarsi al risultato di gestione (che passa da -21,68 a 11,32 milioni) e, soprattutto, al “risultato netto dell’attività obbligatoriamente valutate al fair value con impatto a conto economico”, aumentato di 17,37 milioni di euro rispetto al 2019, in cui era negativo per 27,13 milioni.
Il “margine di intermediazione”, risultato dell’attività principale dell’Ente, è aumentato da 16,35 a 30,67 milioni di euro; il risultato di gestione, cresciuto di 33 milioni, ammonta invece a 11,32 milioni di euro. Migliorato di 37,09 milioni di euro, anche il risultato finale di tesoreria rispetto al 2019.
Il patrimonio netto al 31 dicembre 2020 consiste in 305,13 milioni di euro; le “attività finanziarie”, che ammontano a 532,36 milioni, si confermano la voce principale dell’attivo e costituiscono il 96,44% dell’intero ammontare.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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