Le imprese del settore devono però far fronte ai tamponi necessari per i lavoratori stranieri con vaccini esteri
La fine dell’obbligo di mascherine all’aria aperta non è solo un sollievo per i cittadini, ma implica anche un notevole risparmio per lavoratori e imprese. Secondo un’indagine di Coldiretti il settore che risparmierà di più dal decadere di questa misura è l’agricoltura, che dovrà spendere 10 milioni di euro in meno al mese.
Proprio nelle campagne almeno un milione di lavoratori potrà quindi rinunciare alla mascherina, ove messa in condizione di rispettare le distanze. Un costo che invece continuerà a pesare sulle tasche delle imprese nel settore agricolo è quello dei tamponi, obbligatori per lavoratori extracomunitari vaccinati con Sputnik o altri vaccini non riconosciuti.
Di recente, infatti, sono stati autorizzati a entrare in Italia anche questi cittadini stranieri, consentendo quindi l’ingresso previo tampone a un lavoratore su due proveniente dai Paesi in cui si impiega il vaccino russo, oltre a quelli in cui è diffuso il Sinovac.
Stando ai dati riportati dal Dossier di Idos, il settore dell’agricoltura in Italia impiega 358mila lavoratori provenienti da 164 Paesi diversi, che coprono il 29% delle giornate lavorative necessarie e raccolgono un prodotto agricolo su quattro.
Dallo studio emerge anche come i campi e le fattorie italiane costituiscano uno dei posti più sicuri contro i contagi: le 191.046 denunce di infortunio da Covid registrate presso l’Inail in Italia da inizio pandemia al 31 dicembre 2021, appena lo 0,3% proviene dall’agricoltura.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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