Il ceo di Tesla ritiene di essere preso di mira perché un critico in maniera esplicita verso il Governo
Elon Musk e Tesla a muso duro contro la Sec, ovvero l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa. Nella lettera indirizzata al giudice distrettuale degli Stati Uniti Alison Nathan a Manhattan, che ha presieduto l’accordo con la SEC del 2018 derivante dal tweet di Musk secondo cui si era assicurato finanziamenti per rendere potenzialmente privata Tesla, l’ente viene accusato di “raffreddare” il diritto alla libertà di parola di Musk. «La SEC sembra prendere di mira il signor Musk e Tesla per indagini inesorabili soprattutto perché il signor Musk rimane un critico esplicito del governo; gli sforzi smisurati della SEC sembrano calcolati per raffreddare il suo esercizio dei diritti del Primo Emendamento piuttosto che per far rispettare le leggi generalmente applicabili in modo imparziale – ha scritto Alex Spiro, un avvocato di Musk e Tesla. – Quando è troppo è troppo».
Parte della disputa riguarda appunto un caso del 2018. In quell’occasione la SEC aveva accusato il colosso delle auto elettriche di aver rilasciato dichiarazioni “false e fuorvianti” agli investitori quando il CEO aveva annunciato tramite Twitter di essersi assicurato finanziamenti sufficienti per un buyout di Tesla a 420 dollari per azione, anche se poi il piano non si è mai concretizzato.
Gli avvocati di Musk hanno detto che la Securities and Exchange Commission “ha infranto le sue promesse”, non ha pagato agli azionisti di Tesla i 40 milioni di dollari raccolti dalle multe scaturite dai tweet incriminati.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/Patrick Pleul / POOL
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