Cambia la platea di lavoratori dipendenti che ha diritto all’integrazione di 100 euro in busta paga
Nell’ultima legge di Bilancio il bonus Renzi, anche noto come bonus Irpef, ha subito alcune modifiche. L’agevolazione era stata introdotta nel 2014 dall’allora premier Matteo Renzi ed è indirizzata ai lavoratori dipendenti. In seguito la misura è stata estesa con un “trattamento integrativo” che ha portato il bonus a 100 euro per i redditi complessivi fino a 28mila.
A questa integrazione è stata poi aggiunta anche un’ulteriore detrazione, estesa ai lavoratori con reddito tra 28mila e 40mila euro, introdotta a regime dalla legge di Bilancio 2021.
Nel 2022 si mantiene lo stesso importo, pari a 1.200 euro annui, ma sono state modificati alcuni presupposti per aver diritto a ricevere la somma in busta paga.
Nel primo articolo della Manovra approvata lo scorso dicembre è stato infatti approvato un abbassamento del tetto per ricevere il bonus, precedentemente riconosciuto ai redditi non superiori ai 28mila euro e oggi previsto per redditi non superiori a 15mila euro.
Ad alcune condizioni però il sostegno è garantito anche ad una fascia reddituale più alta, compresa fra i 15mila e i 28mila euro. Nello specifico, hanno diritto al bonus Renzi anche i contribuenti la cui somma delle altre detrazioni da lavoro dipendente, per familiari a carico, mutuo per la prima casa e lavori edilizi superi l’imposta lorda.
In questi casi il bonus Irpef viene concesso “in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni ivi elencate e l’imposta lorda“. Qualora si riceva il bonus pur non avendone diritto “i medesimi sostituti d’imposta provvedono al recupero del relativo importo“.
Tutte queste modifiche rientrano nel più ampio disegno di riforma dell’Irpef, che abbiamo illustrato anche qui, e che fissa le aliquote da cinque a quattro.
Ad ogni modo, come specificato in una nota dallo stesso Mef, l’intervento ha “l’obiettivo prioritario di sostenere la ripresa dell’economia in una fase di ripartenza” e “agire sulla componente tributaria del cuneo fiscale” ma non ha la “ pretesa di rappresentare una riforma complessiva e definitiva del tributo“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/STRINGER
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