L’importo massimo richiedibile per ogni investimento innovativo non potrà essere superiore a tre milioni di euro e dovrà favorire la trasformazione digitale dell’attività manifatturiera delle Pmi attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0
Il Governo scende in campo per favorire progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico e a tale scopo mette a disposizione 678 milioni destinati alle piccole e medie imprese che si occupano di investire in questi settori. È quanto prevede il decreto firmato dal titolare del Mise. «Da ministro dello sviluppo economico è mio dovere tutelare le imprese italiane, individuando tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenere gli investimenti in progetti innovativi che mirano anche a ridurre l’impatto energetico sui processi produttivi. È questa un’altra importante linea d’azione da perseguire per fronteggiare, in un’ottica di medio e lungo periodo, il caro bollette – dichiara Giorgetti. – La capacità del nostro sistema imprenditoriale di rimanere competitivo sui mercati passa infatti dall’ammodernamento degli impianti attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che, oltre a incrementare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale, devono favorire sviluppo e occupazione».
L’importo massimo per ogni investimento innovativo non potrà superare i tre milioni di euro e dovrà favorire la trasformazione digitale dell’attività manifatturiera delle Pmi attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0. Una particolare attenzione verrà rivolta ai progetti che puntano a favorire l’economia circolare, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico.
Le imprese che richiederanno l’agevolazione non dovranno però aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso uno stabilimento situato in un’altra parte dello Spazio Economico Europeo (SEE) che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento, impegnandosi a non farlo anche fino ai due anni successivi al completamento dell’investimento stesso.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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